i volumi
«Bisognerebbe allora avere il coraggio di rovesciare il  tavolo di lavoro, come fece con irriverenza senza eredi quel guastafeste  di Ando Gilardi con la sua Storia sociale della fotografia, relegare  sullo sfondo i "grandi nomi" sopravvalutati e ripartire da una storia  degli usi di massa, degli scambi, degli investimenti sociali ed emotivi  che la fotografia continua a veicolare. Servono storici del presente per  capire la gigantesca condivisione planetaria in corso su Internet, vera  rivoluzione nella civiltà delle immagini. Se non riusciremo a metterlo  in prospettiva critica, questo flusso di immagini senza qualità ci  travolgerà col suo illusorio eterno presente». 
Così scriveva Michele Smargiassi su Repubblica del 29  dicembre 2010, e io non vorrei sconfessare per nessuna ragione al mondo  questo bellissimo apprezzamento dell'ancora non del tutto capito enorme  lavoro "irriverente" di Ando Gilardi, ma solo aggiungere che un piccolo,  ma per me enorme, lascito ereditario io l'ho ricevuto dal "fotografo"  di Arquata Scrivia. Non esiste uno studio che si occupi del nuovo  sguardo con cui la scoperta dell’immagine fotografica ha costretto a  guardare, più o meno consapevolmente, le immagini religiose, che, a  datare dal quarto secolo, hanno per secoli quasi monopolizzato la  “storia dell’arte”, che sarebbe più opportuno chiamare “storia delle  immagini”. Il saggio Cartoline a Ponzone presenta le riflessioni  sulle immagini, manuali e fotografiche, di Nello Rossi, un  collaboratore di “Phototeca”, il prestigioso periodico creato da Ando  Gilardi e Roberta Clerici. La scoperta della Fotografia ha  provocato nella storia delle immagini – iniziata circa quarantamila anni  fa, quando l’uomo ha preso coscienza che l’impronta naturale e  involontaria del suo piede nel fango sarebbe potuta diventare  artificiale e volontaria – una ancora incompresa rivoluzione: nel  saggio sono raccolti numerosi esempi di come la Fotografia ci ha  costretto a guardare con uno sguardo nuovo le immagini che visualizzano,  da milleseicento anni, la religione cristiana. Per sua natura, per la  capacità insuperabile di riprodurre fedelmente la realtà, la Fotografia è  un’immagine laica: è all’immagine manuale che è stato affidato il  compito, da quando si sono sviluppate le civiltà stanziali, di  rappresentare il potere religioso e politico. Due volumi racchiusi e  venduti in cofanetto. 
In questo saggio sono presentate 566 Cartoline a Ponzone, quelle  che – delle 1303 pubblicate dal 25 novembre 2012 al 22 marzo 2021  su Anch’io offro la mia bacheca ad Ando Gilardi, la bacheca creata  quando il “fotografo di Arquata Scrivia”, come mi piace affettuosamente  chiamarlo, era stato “bannato” per la seconda volta dagli insulsi  censori di Facebook – si occupano del rapporto fra le immagini della  religione cristiana, in particolare quella cattolica (e, marginalmente,  anche di altre religioni) e la fotografia. La tesi sostenuta, che si  sviluppa nel corso del tempo arricchendosi di numerosi esempi che la  convalidano, è che la scoperta dell’immagine ottica ci obbliga, se  davvero ci si rende conto della sua rivoluzionaria eziologia, a rivedere  da un nuovo punto di vista quarantamila anni di storia delle immagini.  La Fotografia è infatti un’immagine tanto facile da prelevare quanto  difficile da capire. È così che si spiega la curiosa ambiguità con cui  fu accolta dalle autorità ecclesiastiche: si va da un papa entusiasta  che la definisce, in un componimento in latino, «novum monstrum», ultima  meraviglia, all’obbligo, per i sudditi del Vaticano, di dover chiedere  l’autorizzazione a usare l’apparecchio fotografico, e alla minaccia di  pene severe, che contemplavano anche il carcere, per il suo uso  “improprio”, vale a dire il prelievo di immagini del “diavolo nudo”, del  corpo della donna, ritenuto, a parole, un seduttivo inganno capace di  dannare l’anima della creatura fatta a immagine di Dio, ma, in concreto,  un pericoloso avversario, un temibile concorrente. (Nello Rossi) 
l'autore
Nello Rossi, nato a Genova nel 1947, è emigrato a  Milano nel 1973, dove ha insegnato qualcosa e appreso molto nei Corsi  150 ore per lavoratori. Verso la metà degli anni Ottanta ha avuto la  grande opportunità di conoscere e collaborare con Ando Gilardi a  Phototeca. Da nove anni condivide su varie bacheche in Facebook le  proprie riflessioni sulle immagini. Collaboratore di Phototeca che ama  definirsi «un allievo fuori corso di Ando Gilardi», da anni pubblica le  sue riflessioni sulle immagini nell’account in Facebook “Anch’io offro la mia bacheca ad Ando Gilardi” ,  lo spazio che era stato creato quando il grande quanto sincero studioso  delle immagini era stato “bannato” per la seconda volta dai “ censori  “di FB. Dopo la scomparsa di Ando Gilardi (al quale aveva inviato i  saggi digitali della collana Revisioni, editati da Lost Dreams Editions,  che erano stati da lui entusiasticamente recensiti), per elaborare il  dolore della perdita, aveva iniziato a spedire virtualmente a Ponzone,  il paese dell’Alto Monferrato dove Ando Gilardi si era ritirato, delle  riflessioni iconologiche accompagnate da un’immagine: sono le Cartoline a  Ponzone di cui in questo libro sono presentate quelle che si occupano  del nuovo sguardo con cui le immagini religiose devono necessariamente  essere guardate dopo la scoperta della Fotografia.  
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