“I fiori si bagnano il venerdì” di Sandro Marzio Biancolino, dal 10 luglio in libreria un volume che racconta vite e speranze della Bosnia martoriata
  
Nel campo  profughi di Ceško, in Slovenia, anche un vaso di fiori su un davanzale  poteva essere il segnale di vitali assestamenti dell’anima. Nell’agosto  del 2001, parte degli ospiti di quella struttura sono rientrati  nel loro paesino in Bosnia, da cui erano scappati nel 1992 in seguito  all’espansionismo serbo d’inizio guerra. Altri compaesani che invece si  erano riaccasati nel mondo li raggiungono per condividere un momento  davvero speciale: la “Festa della rinascita” di Korljevo.  
Da Milano  arriva anche Massimo, volontario del gemellaggio che supportava il campo  di Ceško, e che da quell’esperienza si era fatto assorbire in modo  quasi viscerale, mentre da Trieste giunge Jana, psicologa  che quell’intervento umanitario lo sovrintendeva. Il gioioso evento  offre ai convenuti l’opportunità per riannodare vecchi legami nel tempo  sfilacciati o anche spezzati, in particolare quello tra Jana e Massimo.  Molte sono le sorprese che si snocciolano nei diversi incontri durante  la festa, infine funestata da impensabili accadimenti che sconvolgono la  piccola comunità bosniaca. E che fanno da sfondo al laborioso  ripensamento del rapporto tra Massimo e Jana.  
  
Un  romanzo di sentimenti che consente anche di esplorare le sottese  dinamiche psicologiche tanto dei profughi quanto dei volontari, oltreché  il complesso quadro di criticità politiche e sociali connesse ai  rimpatri postbellici in Bosnia. 
Incipit: JANA  che si guarda attorno, scrutando con curiosità gli ultimi arrivati di  quel tardo pomeriggio allo spiazzo della festa. Attenta a cogliere ogni  nuovo nome che viene citato. Un nome che lei potrebbe finalmente  associare a un volto. Quello di una delle statuine ancora anonime nel  singolare presepe che in quegli ultimi sei anni è andata componendo  nella sua mente. Jana che si riscuote un attimo e respira a fondo, come  per prendersi una pausa da quel suo particolare esercizio. Con la  schiena appoggiata al tronco dell’albero che la ombreggia, dà un altro  piccolo morso alla costina di agnello. Poi la ripone nel piatto di  plastica e si lecca le dita con gusto. Accenna un sorriso nel volgere il  capo per studiare quel contesto rurale d’altri tempi, per certi  dettagli così diverso dai canoni italiani. Jana che non è mai stata lì  a Korljevo. Eppure, da una decina di anni quel paesino è entrato  prepotentemente a far parte della sua vita. Addirittura gliel’ha  sconvolta. Anche la sua. 
Marzio Sandro Biancolino, venditore  di enciclopedie, operaio alimentare, chimico industriale,  cameriere, vicecuoco, trascrittore di scommesse ippiche, satiro  politico, satiro sportivo, correttore di bozze, autore musicale,  redattore, scrittore, editor… Collaboratore di giornalismo satirico con  la “Repubblica” e con la “Gazzetta dello Sport”, autore musicale (con  testi per Fiorello, Cristiano De André e Mina). Ha esordito come  scrittore nel 2006 grazie al romanzo I ranunkoli di Kurosawa (peQuod), cui è seguito nel 2011 l’ebook Sarajevo come stai? (Area51).  
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