“Identità preistoriche” di Stefano Radaelli |  
Segnalazioni
   23/07/2023, ore 06:45
 
  |  | È ancora oggi molto diffusa l’idea secondo cui l’umanità avrebbe  sperimentato una progressiva evoluzione da forme “semplici” e  originariamente egalitarie di vita collettiva a società “complesse”  inevitabilmente gerarchiche. La Rivoluzione Neolitica, ossia la nascita  dei primi villaggi permanenti e delle prime economie agricole circa  10.000 anni fa, avrebbe rappresentato un punto di svolta decisivo,  perché avrebbe instradato in modo irreversibile l’umanità su un percorso  all’insegna della disuguaglianza e dello sfruttamento. I dati raccolti  dagli archeologi in più di un secolo di studi sul Neolitico del Vicino  Oriente, tuttavia, mettono in discussione questa ricostruzione. Sembra  infatti che i nostri antenati neolitici siano riusciti a prevenire con  successo per diversi millenni lo sviluppo di società stratificate e di  istituzioni politiche centralizzate e oppressive, e questo nonostante le  sfide generate dalla vita sedentaria e le allettanti opportunità  offerte dalle nascenti economie di produzione. Ma dove risiede la chiave  per risolvere questo (apparente) enigma?
   
L’autore suggerisce che per tentare di comprendere l’organizzazione  sociale preistorica dobbiamo ripensare alla radice il modo in cui  definiamo nozioni come quelle di “persona”, “società” e “potere”,  concentrandoci in particolare sulla complicata relazione di reciproca  dipendenza che ci lega alle cose e sul rapporto altrettanto complesso  che intratteniamo con le forze e le entità che ascriviamo da sempre alla  sfera della trascendenza.
   
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