Nel campo profughi di Ceško, in Slovenia,  anche un vaso di fiori su un davanzale poteva essere il segnale di  vitali assestamenti dell’anima. Nell’agosto del 2001, parte degli ospiti  di quella struttura sono rientrati nel l oro paesino in Bosnia, da cui  erano scappati nel 1992 in seguito all’espansionismo serbo d’inizio  guerra. Altri compaesani che invece si erano riaccasati nel mondo li  raggiungono per condividere un momento davvero speciale: la “Festa della  rinascita” di Korljevo. Da Milano arriva anche Massimo, volontario del  gemellaggio che supportava il campo di Ceško, e che da quell’esperienza  si era fatto assorbire in modo quasi viscerale, mentre da Trieste giunge  Jana, psicologa che quell’intervento umanitario lo sovrintendeva. Il  gioioso evento offre ai convenuti l’opportunità per riannodare vecchi  legami nel tempo sfilacciati o anche spezzati, in particolare quello tra  Jana e Massimo. Molte sono le sorprese che si snocciolano nei diversi  incontri durante la festa, infine funestata da impensabili accadimenti  che sconvolgono la piccola comunità bosniaca. E che fanno da sfondo al  laborioso ripensamento del rapporto tra Massimo e Jana. Un  romanzo di sentimenti che consente anche di esplorare le sottese  dinamiche psicologiche tanto dei profughi quanto dei volontari, oltreché  il complesso quadro di criticità politiche e sociali connesse ai  rimpatri postbellici in Bosnia. 
Incipit 
JANA  che si guarda attorno, scrutando con curiosità gli ultimi arrivati di  quel tardo pomeriggio allo spiazzo della festa. Attenta a cogliere ogni  nuovo nome che viene citato. Un nome che lei potrebbe finalmente  associare a un volto. Quello di una delle statuine ancora anonime nel  singolare presepe che in quegli ultimi sei anni è andata componendo  nella sua mente. Jana che si riscuote un attimo e respira a fondo, come  per prendersi una pausa da quel suo particolare esercizio. Con la  schiena appoggiata al tronco dell’albero che la ombreggia, dà un altro  piccolo morso alla costina di agnello. Poi la ripone nel piatto di  plastica e si lecca le dita con gusto. Accenna un sorriso nel volgere il  capo per studiare quel contesto rurale d’altri tempi, per certi  dettagli così diverso dai canoni italiani. Jana che non è mai stata lì a  Korljevo. Eppure, da una decina di anni quel paesino è entrato  prepotentemente a far parte della sua vita. Addirittura gliel’ha  sconvolta. Anche la sua. 
Marzio Sandro Biancolino, venditore  di enciclopedie, operaio alimentare, chimico industriale, cameriere,  vicecuoco, trascrittore di scommesse ippiche, satiro politico, satiro  sportivo, correttore di bozze, autore musicale, redattore, scrittore,  editor… Collaboratore di giornalismo satirico con la “Repubblica” e con  la “Gazzetta dello Sport”, autore musicale (con testi per Fiorello,  Cristiano De André e Mina). Ha esordito come scrittore nel 2006 grazie  al romanzo I ranunkoli di Kurosawa (peQuod), cui è seguito nel 2011 l’ebook Sarajevo come stai? (Area51).  
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