Da centinaia di milioni di anni le piante,  veri campioni di adattamento, si evolvono per adeguarsi agli effetti dei  cambiamenti climatici del nostro splendido pianeta. L’esperienza  pluridecennale di paesaggismo e lunghi studi sui resti fossili delle  piante più antiche sono alla base della realizzazione, a Sarzana, da  parte dell’autore, di un parco dedicato a queste piante così geometriche  e meravigliose. Un’attenzione particolare è stata data alla flora della  nostra penisola, in special modo a quella delle Alpi Apuane e dei Monti  Pisani. Al lavoro di studio sui fossili è seguita la ricerca delle  piante superstiti dell’epoca e la sperimentazione, di lunghi anni, per  riuscire a reintrodurle correttamente nei nostri giardini. Questo  libro è sì la presentazione scientifica della saga della flora al tempo  dei dinosauri, ma vuole anche essere un’invito a creare, ciascuno in  casa propria, un piccolo angolo dedicato alle piante Giurassiche, per  godere ancora della loro straordinaria bellezza. Conoscere le piante  fin dall’inizio della vita terrestre, quelle brucate in un tempo lontano  dai dinosauri, è stato uno dei desideri dell’autore fin da bambino.  Scoprire che moltissime esistono ancora è sorprendente. Questo è  il primo di una serie di libri che saranno dedicati alla flora delle  diverse epoche geologiche, con schede semplici e pratiche ricche di  consigli per trovarle e coltivarle senza intoppi. Una parte  importante del giardino botanico di Sarzana, realizzato dall’autore, è  dedicata alle piante descritte in questo libro: una lettura interessante  per accompagnare il lettore nella riscoperta delle vere piante  autoctone del nostro bellissimo paese. 
Muoversi  nell’assordante silenzio delle piante dalle origini antiche del  Giardino preistorico è un po’ come perdersi nei percorsi che conducono  nei meandri stratificati e poco conosciuti della storia naturale, alla  ricerca del senso, se davvero questo esiste, nel divenire della vita sul  nostro pianeta. Preistoria è una parola dal fascino  arcano, senza tempo definito. Finisce quando comincia la Storia, poi  sprofonda e si rivela, di tanto in tanto, in modo frammentario, svelando  trame che si intrecciano senza soluzione di continuità.  Nell’immaginario collettivo il tempo profondo della  preistoria  è la  patria di animali iconici, delle strane e bizzarre creature del mare,  della terra e del cielo. Le piante, in questi “scatti di natura antica”  quasi mai occupano il centro della scena, più facilmente si riconoscono  come elementi decorativi, indispensabili per dare profondità al  paesaggio ed il giusto risalto alle presenze animate. Anche la  Paleontologia, la disciplina che si occupa del passato, attraverso lo  studio fossili, è fondamentalmente una scienza di genere, occupandosi  quasi esclusivamente del divenire della vita animale. Niente di più  lontano dal vero. Le piante non sono l’altra faccia degli esseri viventi. Comprendere la storia della vita ed il suo divenire sul nostro pianeta vuol dire, prima di tutto, riconoscere il posto ed il ruolo occupato dalle piante (dall’introduzione di Walter Landini). 
Enrico Caneva è  nato e cresciuto in Veneto. Ha lavorato in California, a Hong Kong, in  Germania e Inghilterra. Si è poi trasferito stabilmente a Parigi dal  1998 dove, dopo aver conseguito nel 2010 un diploma in strategie di  comunicazione internazionale alla Henley Business school, nel 2011 ha  fondato la sua prima azienda dedicata alla formazione e alla sicurezza  delle persone sui luoghi di lavoro e dove ha preso dimestichezza nelle  formazioni presso le sue sedi internazionali a Shanghai, Singapore,  Jakarta, Virginia (USA) e Sao Paolo in Brasile. Durante i suoi viaggi è  nata l’opportunità di visitare innumerevoli parchi botanici e la sua  passione per le piante è sfociata agli inizi del 2000 in un’attività di  paesaggismo e progettazione del verde a Parigi. Dal 2018 si è  trasferito in Liguria, a Sarzana (SP), e ha fondato un nuovo giardino  botanico dedicato alle piante di tutto il mondo e alla formazione  botanica. Attualmente sono state piantumate 15.000 piante, 2.200 specie  da tutto il mondo. Un’attenzione particolare è rivolta alla didattica. 
Nato a Portovenere (La Spezia) nel 1946, il professor Walter Landini è  stato curatore del Museo di Geologia e Paleontologia dal 1974 al 1981. È  stato professore associato dal 1983 al 2001, anno in cui è stato  chiamato dall’Università di Pisa come professore ordinario di  Paleontologia. Nella sua carriera il professor Walter Landini ha  contribuito in maniera determinante allo sviluppo delle Scienze della  Terra con i suoi studi sulla paleontologia dei vertebrati in Italia e  all’estero. Ha prodotto oltre 150 pubblicazioni su riviste nazionali e  internazionali di grande prestigio.  
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