Giovedì 13 novembre alle 16 presso la sala del terzo piano della Fondazione Carispezia in via Chiodo 36 il professor Giuseppe Benelli presenterà il nuovo libro di Beppe Mecconi. Nell’esergo introduttivo è scritto un pensiero della pluripremiata autrice Shruti Swamy: Cosa può fare un racconto breve? Può provare, e forse persino riuscire, a dire la verità. Uno scrittore può lasciare da parte tutte le sue vanità, gli attaccamenti ai suoi abbellimenti di prosa o alle manovre tecniche, lasciar andare persino l’attaccamento al sapere dove una storia potrebbe andare e ascoltare davvero cosa la storia sta cercando di esprimere. “Mi dicono che ho il dono della sintesi;” dice Mecconi: “a volte penso sia una sorta di maledizione. Sopporto sempre meno quelli che parlano per ore per enunciare un concetto che si può placidamente esprimere in pochi minuti, quelli che scrivono 700 pagine quando a quella storia ne basterebbero 200. Non mi piace la ridondanza, in tutti i campi, nella pittura, nella scrittura, nel teatro, nella vita. Amo il racconto per questo, perché insegna l’essenzialità, insegna a togliere; il racconto è zen. Quindi, appunto in sintesi: rispondendo al desiderio di alcuni amici e di quel visionario che è l’editore, ho selezionato cinquantadue racconti brevi, alcuni brevissimi, pubblicati qua e là negli anni [più tre inediti], e li ho abbinati a miei dipinti, virati in bianco e nero, perché non diventassero distraenti rispetto al testo. Questo e il risultato.”
Dalla prefazione di Vanessa Isoppo si legge: “Potrebbe sembrare inusuale affidare a una psicoterapeuta la prefazione di un libro di racconti e dipinti. Niente di più falso: le parole sono il mio mestiere e il disegno, sin dalla più tenera infanzia, è l’espressione del nostro Io più profondo. Mi sono pertanto apprestata a leggere questo libro nella doppia figura di professionista e lettrice e devo dire che entrambi i ruoli hanno ricavato un enorme piacere sia dai racconti, sia dai disegni che li accompagnano. Il linguaggio è preciso e curato in descrizioni e riflessioni, sebbene essenziale, e l’assenza di una cornice narrativa specifica permette, sicuramente nel caso dei testi presenti in questo volume, un’ampia fantasia nell’accoppiamento con un’opera pittorica. Infatti Mecconi non si è limitato a scrivere “nuove novelle”, ha fatto di più, ha associato a ognuna di esse alcune delle sue opere pittoriche in abbinamenti talvolta intuitivi, a volte più introspettivi. Forse è proprio questa la sfida rivolta al lettore: leggere il racconto e “sentire” il disegno abbinato. Apprezzare i motivi per cui risuona in una sorta di comunione con l’artista ma, meglio ancora, indagare dentro di noi quando il disegno ci sembra inappropriato, sebbene non sia mai respingente. O forse sì, per qualcuno un’immagine potrebbe risultare tale, perché l’Arte non arriva a tutti nello stesso modo”. L’evento è realizzato in collaborazione con Alliance Francaise.
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