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| Sembra Latina ma è una storia da romanzo |  | Articoli 
 28/05/2016, ore 07:01
 
 
 |  | Sembra Latina, anche se "Finis  terrae", il romanzo di Gianluca  Campagna pubblicato da Oltre  Edizioni, è ambientato in una città  che si chiama Villareale. E' un  luogo calmo, ma solo all'apparenza.  «Di Latina in effetti c'è tanto,  ma allo stesso tempo c'è poco racconta  Campagna Parli delle  cose che conosci meglio, è la prima  regola che ti dai quando scrivi  narrativa, ma poi ti accorgi che  le storie irrisolte ci sono in tutte  le città. Nella storia c'è una mega  discarica, una centrale nucleare  dism essa, un parco nazionale, un  prete ucciso. E allora dici: è Latina.  Invece no, ho girato l'Italia in  questi anni e ti dico che potrebbe  essere qualsiasi città». Una città che vivacchia, presa dal  timore di andare oltre i propri limiti,  «oltre le colonne d'Ercole».  Poi ci sono due fatti. Un prete che  viene ucciso brutalmente, incaprettato.  E c'è un bambino seviziato  e ucciso. Due fatti che una  città sonnolenta tenderebbe a rimuovere.  Invece a Villareale c'è  un giornalista che vuole trovare  l'assassino ma anche guardarsi  dentro e guardare dentro la sua  città. Per farlo sarà costretto a  varcare il confine con l'ignoto.  Ma il prete è quel prete? «Potrebbe  racconta Campagna ma non  lo è. Lo spunto è quello, è la cronaca,  ma poi ci sono dinamiche  forti che deragliano». E' un noir,  ma anche una storia d'amore. «E'  un romanzo, come dice il mio  editor. Lui dice un signor romanzo  sorride Campagna ma questo  dovranno confermarlo i lettori».
 Poi c'è il calcio. L'autore conosce  il calcio e scrive di calcio. Nel libro  c'è il lato oscuro, un portiere  che scommette, e un allenatore.  «Mentre scrivevo ho conosciuto  Mondonico, siamo entrati in confidenza,  gli ho detto che volevo  fargli leggere il libro. Solo che  avevo un problema. Fino a un  certo punto l'allenatore è ispirato  a lui, ha i baffetti sale e pepe,  ha avuto un tumore, aveva smesso  di allenare e viene richiamato  per salvare la squadra». Solo che  poi il personaggio smette di essere  positivo. Campagna ride: «Ho  dovuto dire a Mondonico: guarda  che da lì in poi non sei più tu».
 
 [leggi l'articolo originale su Il Messaggero-Latina]
 
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