Questo non è un saggio naturalistico, né un semplice diario di viaggio: è un attraversamento. Un libro nato da una spedizione paleontologica, in cui ciò che è stato osservato, ascoltato e vissuto ha continuato a depositarsi come lava e memoria, fino a chiedere parola. Qui le isole parlano. Raccontano del rifiuto ostinato di Lonesome George, la tartaruga gigante che dignitosamente accompagnò all’estinzione la propria specie; della rivolta “genetica” dei pomodori; dell’improvvisa apparizione di un’iguana rosa, fragile come un presagio. Parlano del loro rifiuto dell’uomo, dell’anatema inciso nel mito della Maldición de la Tortuga. Prima di essere crocifisse sulle ordinate geografiche, erano evanescenti, misteriose, temute dai naviganti come una promessa appena intravista: erano le “Islas Encantadas”. Dopo Darwin che, usando come grimaldelli anemici fringuelli e timide tartarughe giganti, incrinò l’ordine precostituito della Natura, vennero violenza, sfruttamento e utopie fallite. Oggi, divenute Santuario della Natura, nuove “sirene” chiamano: come il canto delle creature del mito, metafore del desiderio ingannevole, le ciminiere delle navi da crociera, con il loro cupo richiamo, guidano un nuovo “pellegrinaggio laico”. Un libro che, tra storia, mito e scienza, mostra come, dalle origini a oggi, le Galápagos non abbiano mai smesso di essere contese tra meraviglia e distruzione, tra ferita e incanto.
L'AUTORE Nato a Portovenere (La Spezia) nel 1946, il professor Walter Landini è stato curatore del Museo di Geologia e Paleontologia dal 1974 al 1981. È stato professore associato dal 1983 al 2001, anno in cui è stato chiamato dall’Università di Pisa come professore ordinario di Paleontologia. Nella sua carriera ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo delle Scienze della Terra con i suoi studi sulla paleontologia dei vertebrati in Italia e all’estero. Ha prodotto oltre 150 pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali di grande prestigio. Tra i lavori di particolare risalto vanno ricordati i contributi sulla biogeografia del Pacifico Orientale in relazione all’evoluzione dell’istmo di Panama e sull’origine del popolamento delle Galapagos, l’arcipelago che, con il suo peculiare biota, è stato alla base della teoria dell’evoluzione di Darwin. Dal 2004 al 2012 ha diretto il Centro interdipartimentale Museo di Storia naturale dell’Università di Pisa. Come responsabile scientifico della Rete museale italiana “Pangea”, da lui istituita nel 2004, ha realizzato spedizioni paleontologiche nel deserto del Gobi, nel Sahara Occidentale e nel cono Sudamericano. Queste spedizioni hanno portato alla scoperta di numerosi giacimenti fossiliferi, compresa la “valle dei dinosauri” nella provincia di Rio Negro in Argentina, uno dei più significativi giacimenti di titanosauri fino ad ora noti. Come museologo ed esperto di educazione ambientale, nell’ambito del progetto di cooperazione europea “Brasil Proximo“ ha ideato e progettato un Centro permanente di educazione ambientale nell’Alto Solimoes in Amazzonia (Brasile). Dal 2001 è responsabile editoriale della “Palaeontographia Italica”, una delle più antiche riviste di paleontologia a livello europeo ed è vice presidente della Società Toscana di Scienze Naturali. Nell’area mediterranea i suoi studi sui pesci del messiniano hanno portato alla confutazione del paradigma del disseccamento del bacino, grazie alla scoperta di comunità marine che attestano continuità, temporale e spaziale, dei popolamenti marini anche durante le fasi di stress geologico e biologic
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