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Giudici italiani rapidi e clementi? A Sal
LIBERO di domenica 6 novembre 2016
Le corti marziali di Sal - I Tribunali militari della RSI tra repressione e controllo dellordine pubblico (1943-1945)» di Samuele Tieghi

Un'indagine archivistica dimostra l'efficienza dei tribunali militari della Rsi: 15-20 sentenze al dì, 10 giorni dal rinvio a giudizio al dibattimento, assoluzioni nel 43% dei casi e due gradi di giudizio
GIANLUCA VENEZIANI

Una giustizia rapida, severa e al contempo clemente, quasi mai ideologizzata e capace di sopportare grandi carichi di lavoro. Non è il ritratto di una magistratura ideale del futuro o di un Paese straniero, ma dei tribunali militari durante la Repubblica di Salò, periodo sul quale, è il caso di dire, sarebbe opportuno fare giustizia. La dettagliatissima indagine storiografica e archivistica di Samuele Tieghi Le corti marziali di Salò. I Tribunali militari della RSI tra repressione e controllo dell'ordine pubblico (1943-1945) (Oltre edizioni, pp. 328, euro 21) dimostra come, pur nelle immense difficoltà politico-istituzionali (si trattava pur sempre di un regime non democratico), strutturali (in primo luogo, i problemi organizzativi e la carenza di personale) e di giurisdizione (per via delle frequenti ingerenze tedesche), la giustizia militare fu lo strumento principale per continuare a garantire la presenza dello Stato nei mesi drammatici del dopo armistizio. I tribunali marziali del Nord Italia si arrogarono infatti per necessità competenze anche di natura civile, sorvegliando sul mantenimento dell'ordine pubblico e sanzionando reati che avrebbero potuto compromettere la convivenza sociale e la produttività industriale, dallo spionaggio alle manifestazioni sediziose, dalle organizzazioni sovversive agli atti di sabotaggio. Un lavoro di tenuta della macchina pubblica, raramente influenzato da una spicc...


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LIBERO - domenica 6 novembre 2016
Le corti marziali di Sal - I Tribunali militari della RSI tra repressione e controllo dellordine pubblico (1943-1945)» di Samuele Tieghi

Un'indagine archivistica dimostra l'efficienza dei tribunali militari della Rsi: 15-20 sentenze al dì, 10 giorni dal rinvio a giudizio al dibattimento, assoluzioni nel 43% dei casi e due gradi di giudizio
GIANLUCA VENEZIANI

Una giustizia rapida, severa e al contempo clemente, quasi mai ideologizzata e capace di sopportare grandi carichi di lavoro. Non è il ritratto di una magistratura ideale del futuro o di un Paese straniero, ma dei tribunali militari durante la Repubblica di Salò, periodo sul quale, è il caso di dire, sarebbe opportuno fare giustizia. La dettagliatissima indagine storiografica e archivistica di Samuele Tieghi Le corti marziali di Salò. I Tribunali militari della RSI tra repressione e controllo dell'ordine pubblico (1943-1945) (Oltre edizioni, pp. 328, euro 21) dimostra come, pur nelle immense difficoltà politico-istituzionali (si trattava pur sempre di un regime non democratico), strutturali (in primo luogo, i problemi organizzativi e la carenza di personale) e di giurisdizione (per via delle frequenti ingerenze tedesche), la giustizia militare fu lo strumento principale per continuare a garantire la presenza dello Stato nei mesi drammatici del dopo armistizio. I tribunali marziali del Nord Italia si arrogarono infatti per necessità competenze anche di natura civile, sorvegliando sul mantenimento dell'ordine pubblico e sanzionando reati che avrebbero potuto compromettere la convivenza sociale e la produttività industriale, dallo spionaggio alle manifestazioni sediziose, dalle organizzazioni sovversive agli atti di sabotaggio. Un lavoro di tenuta della macchina pubblica, raramente influenzato da una spicc...


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