Questo libro è uno sguardo sul Mondo come lo avrebbe pensato e voluto Pietro Greco,  scrittore, giornalista, comunicatore di scienze. Questo libro, a  cura di Roberto Besana, è un invito a entrare nel paesaggio attraverso  le fotografie e i testi che le accompagnano per emozionarci e viverli  come spazi d’interazione, senza temere di sporgersi dalla “finestra” di  una fotografia. Su iniziativa di Roberto Besana, autore delle  fotografie, la penna di Pietro Greco con cui stava sviluppando questa opera, è  stata presa come passaggio di testimone, da tante donne e uomini della  cultura e della scienza, amici e colleghi di Pietro che lo hanno stimato  per la sua umanità e cultura. 
Scrive Roberto Besana:  «18 dicembre 2020, sul Mattino di Napoli leggo questo titolo: “Ischia  in lutto, è morto Pietro Greco, giornalista di fama internazionale”.  Sono stupefatto, costernato, incredulo. Considerato lo spirito che lo  contraddistingueva non ci si poteva far sopraffare dal dolore, si doveva  continuare a contribuire alla diffusione della conoscenza come lui  avrebbe voluto, ed ecco che ho pensato di utilizzare la sua penna come  testimone e passarla a 65 amici, colleghi, scienziati, studiosi,  letterati, giornalisti che ne prendessero l’eredità, che si  sostituissero a lui per completare questa opera di scritti e fotografia  (..). Probabilmente non troverete una perfetta successione e coerenza  negli argomenti dei testi, così come le fotografie volutamente non hanno  omogeneità estetica e rappresentativa perché sono “momenti” del  variabilissimo paesaggio della nostra mente, ma certamente sono 65  stimoli come gli anni della sua intensa vita per  conoscere, sviluppare pensieri o riflessioni, in linea con l’ecletticità  del suo ingegno. Grazie Pietro, grazie amico vero!» 
  
Dall’introduzione e curatela di Melina Scalise  :  «Oggi abbiamo più che mai bisogno di ripensare a questo territorio che  chiamiamo paesaggio, perché dietro quell’apparire c’è tutta la nostra  voglia di starci e di esserci in questo “paesaggio”, su questa Terra. E’  il luogo del nostro abitare, ciò che chiamiamo habitat, per cui  sentiamo la necessità di adottare una nuova etica del territorio e, con  essa, anche della tecnologia perché la Natura non ci uccida, perché noi  non si perda tutto quanto abbiamo costruito. La parola “paesaggio”  deriva dal termine francese “paysage” a cui si attribuisce una  derivazione dal latino “pagus” che significa villaggio, borgo, composto  da pays (cioè paese per cui si intende un luogo abitato dall’uomo,  coltivato e o edificato, misurato e con un significato giuridico ed  economico) e dal suffisso “-age” che significa “insieme”, “vista  d’insieme”, “totalità”. In pratica è insita, nel significato stesso  della parola paesaggio, il guardare e il fare dell’uomo sull’ambiente  circostante.  Potremmo semplificare che il paesaggio è l’altro,  l’insieme di cose e persone che ci circonda».  
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