Jean Sénac e Jean Dubuffet

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05/05/2021, ore 12:07


Popolamento delle terre
(litografia di Jean Dubuffet)

Come le anguille si accoppiano con l’angelo
tenebroso, vi sono in terra certe cose…
lontane da evitare, confusione di rose
di cui la lava deride il ricordo.

Nella terra di questi trionfi d’alghe
dalla gloria del Niente (terra e dio nel sangue decaduti!)
derrate della memoria, nichel dell’albero caduto,
una sola mano trattiene il brutale candore.

È là, tra le parole, che legge sotto la terra!
Che mitologia! Che muco! Leggera,
una mosca dei rifiuti misura la gravità.

Peuplement des terres
(lithographie de Jean Dubuffet)

Comme les anguilles s’accouplent à l’ange
ténébreux, il y a dans la terre de ces choses…
lointaines à nous épargner, fouillis de roses
dont la lave rend dérisoire le souvenir.

Dans la terre de ces triomphes d’algues
à la gloire de Rien (terre et dieu dans le sang déchus!)
denrées de la mémoire, nickel de l’arbre chu,
une seule main retient la brutale blancheur.

C’est là, parmi les mots, quelle loi sous la terre!
Quelle mythologie! Quelle morve! Légère,
une mouche à déchets fixe la pesanteur.

Rituale
(Su alcune sculture di Jean Dubuffet)

Terribile stregone, viso
di cosa avete parlato
che s’alzerebbe su queste ceneri
dove mugghiano i roseti?

Parole folli cuore folle
la verità vi assomiglia
morsa al ginocchio.

Terribile stregone che passa
prodigo d’indifferenza
per le tue suole, la speranza
fa un rumore di lutto e di sangue.

Parole folli, parole pazienti
la verità vi assomiglia
straniera sotto l’affronto.

Terribile strega, amore
che mi ha gettato sulla spugna
dove nascondi, in quale numero,
la chiave di accensione del giorno.

Cuore folle, parole sognanti
la verità vi somiglia
chi crede alla felicità.

Terribile maschera, futuro
la tua voce di bimba
è pioggia sulle mie tempie
o biglia d’acciaio.

Parole folli, cuore ferito
la verità vi somiglia
spigolatrice di scorie.

Parigi, 14 ottobre 1954

Rituel
(Sur des sculptures de Jean Dubuffet)

Terrible sorcier visage
de quoi venez-vous parler
qu’élèverait-on sur ces cendres
où mugissent les rosiers?

Mots fous cœur fou
la vérité vous ressemble
mordue au genou.

Terrible sorcier passant
prodigue d’indifférence
à tes semelles l’espérance
fait un bruit de crêpe et de sang.

Mots fous mots patients
la vérité vous ressemble
étrangère sous l’affront.

Terrible sorcière amour
qui m’a jeté sur l’éponge
où cachez-vous dans quel nombre
la clé de contact du jour.

Cœur fou mots rêveurs
la vérité vous ressemble
qui croit au bonheur.

Terrible masque avenir
ta voix de petite fille
est-elle pluie à mes tempes
ou bille d’acier.

Mots fous cœur frappé
la vérité vous ressemble
glaneuse de mâchefer

 

Un aspetto meno noto della figura di Jean Sénac è la sua passione per l’arte. Da ragazzo, nel 1943 (aveva all’epoca diciassette anni) accarezzò l’idea di iscriversi all’Accademia di belle arti di Algeri perché dotato nel disegno, ma non avendo i mezzi per continuare gli studi, dovette cominciare a lavorare come insegnante (aveva appena ottenuto il brevetto d’insegnamento primario). Tuttavia la passione per l’arte lo accompagnò per tutta la sua vita. Fu amico dei pittori franco-algerini Jean de Maisonseul (1912-1999) e Sauveur Galliéro (1914-1963). Per questa generazione di pittori fu fondamentale l’arrivo ad Algeri del pittore catalano esule Alfred Figueras, amico di Picasso, di Le Courbusier e di Albert Camus, che nel 1925, durante la dittatura di Primo de Ribera in Spagna, si era rifugiato nella capitale algerina (vi rimase fino al 1930), dove aveva aperto una scuola, l’accademia “Arts”, alla quale si formò Jean de Maisonseul. Galliéro nella formazione del giovane Sénac (essendo nato nel 1924 era di dodici anni più giovane) fu una figura rilevante. Quando nel 1946 il poeta ventiduenne si trasferì nel quartiere di Bab el-oued (dove Galliéro era nato e dove viveva) ad Algeri, partecipò insieme agli amici pittori alla fondazione del circolo di artisti che si raccolse intorno alla rivista «Soleil» da lui fondata nel 1950 (fu attiva fino al 1952). Fu questo un periodo fondamentale per Sénac: in questi anni incontrò Albert Camus (per la prima volta nel 1948), entrò in contatto con René Char (la prima lettera è datata al 1949). Nel 1950 Sénac e Galliéro ricevettero una borsa della fondazione Laurent-Vuibert rispettivamente per le lettere e le arti plastiche, cosa che permise ai due di viaggiare e studiare in Francia. Fu una svolta nella biografia intellettuale del poeta (nel 1954 Gallimard pubblicò Poèmes, la sua prima silloge con la prefazione di René Char, nella collana diretta da Albert Camus).

Dopo la proclamazione dell’Algeria indipendente, nel 1962, quando Sénac poté tornare ad Algeri, il poeta divenne una figura di riferimento importante per i nuovi artisti algerini. Nel 1954 infatti aveva fondato la “Gallerie 54”, nella quale poterono esporre giovani pittori, tra cui si mise in luce l’artista Mohamed Khadda, considerato tra i fondatori della moderna pittura algerina. Sénac ebbe un ruolo rilevante nell’affermazione, nei primi anni ’60, della generazione dei cosiddetti “Peintres du signe” (in it. “pittori del segno” – termine creato dallo stesso Sénac), i quali promuovevano un’arte astratta ispirata alla grafia dell’arabo.

Jean Dubuffet (Le Havre, 31 luglio 1901 – Parigi, 12 maggio 1985), pittore, scultore e artista figurativo francese di primissimo piano a cui sono dedicate queste due liriche, conobbe Sénac (esiste una corrispondenza tra i due recentemente pubblicata). No non fu solo un artista, ma anche un teorico: fu il primo a teorizzare e introdurre il concetto di “Art brut”, a interessarsi, a studiare e valorizzare le espressioni artistiche degli emarginati o dei malati mentali: pitture, sculture, calligrafie, a cui riconosceva essersi lui stesso ispirato. Fu anche l’autore di vigorose critiche alla cultura dominante, in particolare nel suo saggio Asphyxiante culture (1968), che crea una polemica sul mondo dell’arte. In occasione della prima esposizione della sua collezione d’art brut che organizza nel 1949, redige un trattato, L’Art brut préféré aux arts culturels. La sua collezione personale, la Collection de l’art brut, che raggruppava, dopo il 1945, degli artisti scoperti nelle prigioni, nei manicomi, emarginati di ogni sorta, allora proprietà della Compagnie de l’art brut fondata nel 1948, sarebbe dovuta restare a Parigi. Ma i rinvii dell’amministrazione francese hanno spinto Dubuffet aaccettare l’offerta della città di Losanna in Svizzera, dove la collezione è stata sistemata nel castello di Beaulieu e infine donata. Quello che intercorse tra l’artista francese e il poeta algerino francofono fu non solo un rapporto di ammirazione di stima, ma anche una convergenza ideale che trovò nelle poesie di Sénac una consonanza profonda.


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