La storia del ritrovamento,  dopo oltre sette secoli di oblio, di un sorprendente manoscritto che  documenta che Cristoforo Colombo non fu il primo a “voler andare nelle  Indie navigando verso ponente”; e illustra con stupefacenti immagini l'incredibile fauna che popolava l'isola di Laneghè raccontando come, in perfetta armonia con la natura, si viveva in quel paradiso irrimediabilmente perduto.
Beppe Mecconi è  nato e vive nel Golfo dei Poeti. Pittore, scrittore, illustratore di  libri per l'infanzia, sceneggiatore, autore e direttore di  film-documentari, regista di teatro e recital musicali. Per 12 anni  Presidente e Responsabile culturale del Museo paleontologico nel  Castello di Lerici. Collabora con Projeto Libertade, ONG che si occupa  dei disagi dell'infanzia nella favela di Vila Vintèm a Rio de Janeiro.  Ha ricevuto dall’UNICEF il diploma ufficiale del Fondo delle Nazioni  Unite per l'Infanzia. Per i marchi “Oltre” ha pubblicato: Trabastìa - Cent’anni di gente comune (Gammarò 2017), Il manoscritto di Laneghè (Gammarò 2020). Il polpo campanaro, (Töpffer 2018); La notte che mio nonno pescò Babbo Natale, (Töpffer 2018).
 
Settembre  1980, nel corso di un premio letterario che si concludeva con la  proiezione di un mediometraggio sui giorni vissuti da D. H. Lawrence nel  Golfo dei Poeti che avevo realizzato per quell’occasione, mi si  avvicinò un signore molto anziano, pallido, magro, con i radi capelli  tirati indietro. Si presentò, ma non riuscii a capire il nome a causa  della tosse che lo scuoteva. Aveva con sé una voluminosa consunta  cartella di pelle marrone. Mi fece i complimenti per il film e per il  mio incarico di presidente del Comitato di Frazione del paese dove, mi  disse, possedeva un appartamentino; per quel motivo e perché operavo in  ambiti culturali si era rivolto a me. Mi raccontò che dieci anni prima  aveva rinvenuto degli strani documenti nella sua cantina. Li aveva  trovati singolari, si era messo a studiarli con passione e ci aveva  scritto sopra varie congetture. Era tutto in quella borsa.Me la diede  chiedendomi di dargli un’occhiata, di vedere se anche secondo me fossero  interessanti. La presi molto incuriosito ma mi pregò di non aprirla lì.  Stabilimmo di rivederci il sabato seguente quando sarebbe tornato da  Milano dove risiedeva e dove sarebbe rientrato quella sera. Non lo vidi  mai più. Da allora varie volte quegli antichi fogli mi sono tornati tra  le mani ma solo oggi, a distanza di mezzo secolo dal loro ritrovamento,  vengono pubblicati; con le analisi, le traduzioni, le considerazioni di  quell’anziano signore rimasto purtroppo sconosciuto. (Dall'introduzione di Beppe Mecconi)