Chi ha rubato Pecos Bill?

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01/06/2021, ore 06:51

Sabato. È periodo di giubileo e fa molto freddo. Uno di quei giorni in cui il Tevere dovrebbe certamente gelare. Così pensa il commissario della polizia fluviale Omar Martini, guardando fuori dalla finestra del suo ufficio al primo piano del palazzo sull’Isola Tiberina, proprio di fronte alla Sinagoga. Non c’è mai molto da fare su questa Isola posta al centro di Roma, a due passi da Trastevere. Una scelta più o meno obbligata quella di Martini dato che, tra alti e bassi in carriera, il suo contributo non è mai stato molto apprezzato al Ministero degli Interni. Il commissario adesso è quasi sempre impegnato in indagini sui furti di ghiaia o nel segnalare al Corpo Forestale dello Stato alcuni sversamenti di materiali nocivi nel fiume. Questa però è una mattinata diversa. Il brigadiere Almarati irrompe nell’ufficio di Martini in primis per chiedere se il caffè lo preferisca nero e amaro o macchiato e dolce e poi per informarlo che nell’altra stanza c’è un nuovo “cliente”. Nonostante il disappunto del commissario, all’ufficio dell’Isola Tiberina i cittadini che si presentano per una denuncia vengono sempre definiti “clienti” perché sono pochi e vanno incoraggiati. In questo caso si tratta di Uberto Harry, nome d’arte di uno sceneggiatore di fumetti, a cui hanno rubato l’intera collezione dei suoi preziosi Pecos Bill
Giuseppe Fiori è un autentico maestro del romanzo di genere poliziesco all’italiana che si divide tra il suo lavoro al Ministero dell’Istruzione e la sua fortunata attività di narratore e saggista, sempre nell’ambito del giallo. Il suo nome è legato soprattutto all’attività in sincrono con l’altro grande scrittore di genere Luigi Calcerano. Il protagonista di questo romanzo, Omar Martini, lo svogliato commissario il cui nome è un anagramma di Roma proprio per sottolineare una certa tipicità, è uno dei loro personaggi più fortunati, reso celebre dalla raccolta del 2002 Uomo di vetro uomo di piombo. Questo giallo è molto sui generis dato che sfocia nell’entertainment, con il chiaro intento di far ridere e scardinare tutti i cliché del genere. La lettura quindi è molto veloce e godibile, condita da tanti sorrisi dovuti al sarcasmo onnipresente in ogni pagina. I personaggi sono volutamente un concentrato dei peggiori stereotipi e l’effetto è realmente esilarante. Sullo sfondo una Roma placida e descritta magistralmente, soprattutto le strade del Ghetto. Chi ha rubato Pecos Bill? è un giallo senza omicidi ma con molta più personalità di tanti copia e incolla che si trovano sugli scaffali al momento.

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