Esce per Gammarò l'opera satirica incompleta co-scritta  apparentemente dai membri dello Scriblerus Club durante gli anni  1713–14, tra cui Jonathan Swift, Alexander Pope e il dottor Arbuthnot.La  traduzione è di Giuseppe Sertoli 
Agli inizi del Settecento un gruppo di begli  ingegni soliti riunirsi la sera intorno a una bottiglia di chiaretto  ebbero un’idea geniale: scrivere a più mani una serie di opere che  fossero la parodia di quanto la cultura moderna sfornava e la nascente  industria editoriale smerciava al pubblico. Opere – poetiche, teatrali,  narrative, scientifiche, critiche etc. – che sarebbero state attribuite a  un autore fittizio dal nome di Martinus Scriblerus, vale a dire Martino  Scribacchino, figura di misconosciuto genio universale che ci si  proponeva di rivelare al mondo scrivendone la biografia e pubblicandone  poi i numerosi manoscritti «a beneficio dell’umanità». Per quanto  realizzato solo in parte, il progetto – che seppure a fasi alterne durò  una trentina d’anni e vide la partecipazione, fra gli altri, di Swift e  Pope – rappresenta una delle più singolari imprese satiriche  settecentesche ed esercitò un’influenza notevole sugli autori  successivi, da Fielding a Sterne e oltre. Il volume che qui si presenta  include, oltre a una nuova traduzione delle Memorie della vita  straordinaria, delle opere e delle scoperte di Martinus Scriblerus,  alcuni dei più significativi testi usciti dalla fucina scribleriana e  mai prima d’ora editi in Italia 
Giuseppe Sertoli,  valtellinese di nascita e milanese di formazione, Giuseppe Sertoli ha  insegnato Letteratura inglese nelle Università di Perugia, Palermo e –  dal 1977 al 2013 – in quella Genova, presso la quale è ora Professore  emerito. Si è occupato prevalentemente del romanzo otto-novecentesco  (Hardy, Kipling, Conrad, Durrell) e di narrativa, critica e teoria  estetica del Settecento. In quest’ultimo ambito ha curato edizioni di L.  Sterne (Viaggio sentimentale, 1983), E. Burke (Inchiesta sul Bello e il Sublime, 1985), J. Dennis (Critica della poesia, 1994), D. Defoe (Le avventure di Robinson Crusoe, 1998), J. Addison (I piaceri dell’immaginazione, 2002), S. Johnson (Rasselas principe di Abissinia, 2005). Una raccolta dei suoi saggi d’area settecentesca è uscita nel 2014 col titolo I due Robinson e altri saggi sulla letteratura inglese del Settecento.  Ad anni meno recenti risale il suo interesse per la filosofia francese  contemporanea, in particolare per la figura e l’opera di Gaston  Bachelard, al quale ha dedicato una monografia (Le immagini e la realtà, 1972) e di cui ha curato un’antologia di testi (La ragione scientifica, 1974). 
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