Crimea - Viaggio nella penisola contesa

Articoli

24/11/2022, ore 11:21

Prima che la Crimea segnasse la sua costante presenza nelle cronache della guerra russo-ucraina salita alla ribalta nel febbraio 2022 (ma iniziata molto prima), nell’immaginario, quella propaggine dell’Ucraina passata – di nuovo -sotto il controllo russo nel 2014, evocava ai più, un ricordo scolastico e poco altro. Ovvero quel capitolo del libro di Storia che raccontava di quella strana guerra che il Regno di Sardegna combatté nel 1855 a fianco di Impero ottomano, Francia e Regno Unito, contro l’Impero russo. Claudia Berton scrive i suoi appunti di viaggio tra Kiev e Crimea nel 2013, proprio sulle tracce di quella guerra che segnerà l’emarginazione della Russia dal consesso delle potenze occidentali che continueranno a frustrarne ogni velleità “europeista” fino alla Rivoluzione d’ottobre e oltre. Siamo al 2013 dunque: la penisola sul Mar Nero offre ancora tutto il suo fascino ricco di Storia, popoli e culti diversi, fasti architettonici dalle influenze più disparate ed angoli intrisi di racconti: dalla Sebastopoli di Tolstòj, alle drammatiche vicende di Mazeppa il cosacco, le sorti alterne dei Tatari che vanno dai fasti del Khanato di Crimea alle deportazioni… Storie e immagini raccolte tra splendide chiese greco-ortodosse, sinagoghe, moschee, secolari comunità genovesi e veneziane, architetture in stile liberty e neoclassiche. Un viaggio che colma l’osservatore di antichi retaggi umani in una terra che ha assistito al transito, allo scontro e all’incontro di greci e sciti, slavi cristianizzati, ebrei, popoli nomadi dell’eurasia, turchi, mongoli, armeni…

Lettura ricca di fascino, evocazioni, spunti d’approfondimento e storie interessanti come la penna di Claudia Berton, viaggiatrice esperta e scrittrice “confidenziale”, sa rendere. Viaggiatrice d’altri tempi si direbbe, ed è molto di più di un complimento. Con uno stile avvolgente e compartecipante, riesce ad eguagliare la qualità delle cronache di viaggio che nell’Ottocento penne di letterati famosi hanno saputo redigere con l’apparente leggerezza che è propria di quelli che venivano chiamati “taccuini”, “cronache”, “appunti”. Lo schema che l’autrice utilizza è quello che andò perfezionandosi nel Sette-Ottocento quando il “Gran Tour” stava diventando d’obbligo per artisti, intellettuali e giramondo a vario titolo. Uno schema che non cede a mode effimere e che funziona sempre, come un tre pezzi antracite disegnato su misura da un sarto fiorentino: sempre perfetto. La nostra compagna di viaggio annota al tempo presente ciò che vede, ce lo descrive, ci coinvolge con le sue percezioni, impressioni, suggestioni e stati d’animo. Poi si incuriosisce a qualcosa magari; e allora raccoglie una storia o una leggenda per raccontarcela al passato. Il tutto ricollegandosi senza nozionismo inutile a un contesto storico e culturale perfettamente documentato che ne completa il quadro con pennellate dai colori affascinanti. In soldoni, visto che al momento non è il caso di farsi un giro da quelle parti, fate una cosa: fatevi accompagnare dalle pagine di Claudia Berton. Buon viaggio, buona lettura.


Commenti   |   Stampa   |   Segnala   |  Ufficio Stampa Oltre Edizioni Ufficio Stampa