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La peste
Mangialibri di mercoledì 1 settembre 2021
Quattro amici che non si vedono più da anni si ritrovano per festeggiare la guarigione di uno di loro, Manolo, che da tempo si è trasferito a Bali per la sua attività di imprenditore. Con la barca a vela...

di ndrea Pozzali
Quattro amici che non si vedono più da anni si ritrovano per festeggiare la guarigione di uno di loro, Manolo, che da tempo si è trasferito a Bali per la sua attività di imprenditore. Con la barca a vela di proprietà di Gabriele, rimasto paralizzato a causa di un incidente in macchina fatto in gioventù, partono da Tellaro sotto la guida dello skipper Luca per quello che si rivelerà essere un viaggio non solo fisico, ma anche un lungo itinerario nei meandri della memoria. Mentre loro sono sulla barca, infatti, nel mondo scoppia la pandemia da coronavirus. Isolati in mezzo al mare, raggiunti dalle ondate di ansia che cominciano a diffondersi in tutto il mondo a causa delle notizie sempre più angoscianti legate al diffondersi della malattia, i quattro hanno modo di ripercorrere le tappe della loro vita, riallacciando il filo delle vicende che li hanno visti coinvolti. Tra una canzone dei Led Zeppelin e un brano de La Peste di Camus, la memoria lascia riaffiorare le mille trame di un’amicizia lunga una vita, che si è snodata in parallelo ai tanti eventi tragici che hanno contraddistinto la storia italiana. Fino al punto in cui dal passato riemergono le orme di un delitto compiuto nel 1981...
Fin dal titolo, questo La Peste enuncia apertamente un profondo debito nei confronti dell’omonimo capolavoro di Albert Camus, che non solo è il libro che il narratore si trova a rileggere nel corso della traversata in barca, ma è anche al centro del saggio Appunti per un saggio sulla peste di Albert Camus, che chiude il volume. Si avverte, nelle pagine di questo romanzo, un senso di profonda urgenza. È come se l’autore avesse sentito il bisogno di mettere in questo libro tutto di sé, la sua storia personale, le sue predilezioni musicali, il ricordo delle donne amate, le sue convinzioni filosofiche, il suo rapporto con gli amici di sempre, ma anche le esperienze politiche del passato e il ricordo sempre vivo delle vicende tragiche che hanno segnato l’Italia nel periodo degli anni di piombo. Del resto l’idea narrativa di partenza, con i quattro amici racchiusi in una “bolla” naturale isolata dal caos e dalla paura che all’improvviso hanno colpito tutto il pianeta, sembrava poter fungere da contenitore narrativo ideale, in grado di sorreggere un progetto tanto ambizioso. Il punto debole del libro sta però nel fatto che la materia si è rivelata in qualche modo sovrabbondante e questo fa sì che la narrazione risulti discontinua. Alcuni passaggi, soprattutto quelli legati alla rievocazione degli amori passati, risultano molto coinvolgenti ma ce ne sono anche altri, soprattutto quelli più filosofici, nei quali il lettore rischia seriamente di smarrirsi.


leggi l'articolo integrale su Mangialibri
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Mangialibri - mercoledì 1 settembre 2021
Quattro amici che non si vedono più da anni si ritrovano per festeggiare la guarigione di uno di loro, Manolo, che da tempo si è trasferito a Bali per la sua attività di imprenditore. Con la barca a vela...

di ndrea Pozzali
Quattro amici che non si vedono più da anni si ritrovano per festeggiare la guarigione di uno di loro, Manolo, che da tempo si è trasferito a Bali per la sua attività di imprenditore. Con la barca a vela di proprietà di Gabriele, rimasto paralizzato a causa di un incidente in macchina fatto in gioventù, partono da Tellaro sotto la guida dello skipper Luca per quello che si rivelerà essere un viaggio non solo fisico, ma anche un lungo itinerario nei meandri della memoria. Mentre loro sono sulla barca, infatti, nel mondo scoppia la pandemia da coronavirus. Isolati in mezzo al mare, raggiunti dalle ondate di ansia che cominciano a diffondersi in tutto il mondo a causa delle notizie sempre più angoscianti legate al diffondersi della malattia, i quattro hanno modo di ripercorrere le tappe della loro vita, riallacciando il filo delle vicende che li hanno visti coinvolti. Tra una canzone dei Led Zeppelin e un brano de La Peste di Camus, la memoria lascia riaffiorare le mille trame di un’amicizia lunga una vita, che si è snodata in parallelo ai tanti eventi tragici che hanno contraddistinto la storia italiana. Fino al punto in cui dal passato riemergono le orme di un delitto compiuto nel 1981...
Fin dal titolo, questo La Peste enuncia apertamente un profondo debito nei confronti dell’omonimo capolavoro di Albert Camus, che non solo è il libro che il narratore si trova a rileggere nel corso della traversata in barca, ma è anche al centro del saggio Appunti per un saggio sulla peste di Albert Camus, che chiude il volume. Si avverte, nelle pagine di questo romanzo, un senso di profonda urgenza. È come se l’autore avesse sentito il bisogno di mettere in questo libro tutto di sé, la sua storia personale, le sue predilezioni musicali, il ricordo delle donne amate, le sue convinzioni filosofiche, il suo rapporto con gli amici di sempre, ma anche le esperienze politiche del passato e il ricordo sempre vivo delle vicende tragiche che hanno segnato l’Italia nel periodo degli anni di piombo. Del resto l’idea narrativa di partenza, con i quattro amici racchiusi in una “bolla” naturale isolata dal caos e dalla paura che all’improvviso hanno colpito tutto il pianeta, sembrava poter fungere da contenitore narrativo ideale, in grado di sorreggere un progetto tanto ambizioso. Il punto debole del libro sta però nel fatto che la materia si è rivelata in qualche modo sovrabbondante e questo fa sì che la narrazione risulti discontinua. Alcuni passaggi, soprattutto quelli legati alla rievocazione degli amori passati, risultano molto coinvolgenti ma ce ne sono anche altri, soprattutto quelli più filosofici, nei quali il lettore rischia seriamente di smarrirsi.


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