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In tela d’imperatore
Mangialibri di lunedě 11 aprile 2022
Narni, 29 luglio 1739. Annuccia Guerrieri, solo cinque anni e inferma dalla nascita per una paralisi alle gambe, dopo aver avuto un’apparizione, alla presenza di molti testimoni si alza e comincia a camminare...

di Maria Cristina Coppini

Narni, 29 luglio 1739. Annuccia Guerrieri, solo cinque anni e inferma dalla nascita per una paralisi alle gambe, dopo aver avuto un’apparizione, alla presenza di molti testimoni si alza e comincia a camminare. La notizia vola di bocca in bocca fino ad arrivare al palazzo vescovile. Molte le similitudini che il vicario trova con altre apparizioni. Il vescovo prende tempo, non vuole pronunciarsi. Monsignor Terzago si affida alla preghiera per capire gli indecifrabili disegni divini e soprattutto perché tali eventi soprannaturali si manifestino sempre ai popolani. Scetticismo del clero e compiacimento del popolo. Alla fine si decide una versione ufficiale della faccenda, secondo la quale una bella e giovane monaca domenicana con un bambino in braccio è intervenuta nella guarigione di Annuccia... Firenze, 14 maggio 2018. Il Professore nella stanza n° 239 dell’albergo in Via della Scala non riesce a dormire, forse è per la gastrite risvegliata dalla cena in trattoria, ma i suoi pensieri vagano all’interno della Basilica di San Lorenzo, lo assalgono immagini del supplizio del santo martirizzato, sente la fiamma aggredire la mano destra, proprio tra l’indice e il medio, poi si accorge che quello che brucia è il mozzicone della sigaretta e allora con uno scatto fulmineo si ritrova in piedi al buio e...

In tela d'imperatore è firmato da Mino Lorusso, giornalista, autore di saggi politici e di economia e di alcuni documentari. La storia è un intreccio misterioso che mescola arte, metafisica, ricerca della verità e del senso della vita. Il racconto, che ha come ambientazione l’Umbria, si muove tra il 1700 - con riferimenti a tre mistiche e al gesuita incaricato dal Papa di seguirle - e i giorni nostri, quando il Professore, uno storico dell’arte, scopre nei sotterranei di una chiesa uno stendardo che raffigura proprio un miracolo accaduto quasi tre secoli prima. Sia il Professore che il Gesuita vogliono scoprire la Verità e grazie a questa ricerca si ritrovano a fare i conti con loro stessi. La trama si sviluppa tra riflessioni filosofiche, argomentazioni artistiche e riferimenti storici puntuali. Tuttavia i personaggi mancano di una definizione psicologica, le caratteristiche personali restano superficiali e sono descritte in maniera didascalica, tanto da non coinvolgere empaticamente il lettore. La lettura risulta essere prevalentemente un’esperienza razionale e coerente, con argomentazioni logiche che partono da premesse ben definite per arrivare a altrettante conclusioni più o meno formalmente impeccabili. Alla fine il libro, piuttosto che un romanzo storico, pare essere più un saggio, ricco di riferimenti e informazioni raccolti con metodo scientifico, ma redatto in una forma “alleggerita” tale da proporre una versione aderente e credibile, sebbene romanzata, di storie vere. Scrivendo perlomeno in maniera semplice e diretta, sebbene con molti rimandi eruditi, l’autore propone pagine di riflessione sull’annoso rapporto tra ragione e fede: un tema con il quale è sempre interessante confrontarsi.



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di Maria Cristina Coppini

Narni, 29 luglio 1739. Annuccia Guerrieri, solo cinque anni e inferma dalla nascita per una paralisi alle gambe, dopo aver avuto un’apparizione, alla presenza di molti testimoni si alza e comincia a camminare. La notizia vola di bocca in bocca fino ad arrivare al palazzo vescovile. Molte le similitudini che il vicario trova con altre apparizioni. Il vescovo prende tempo, non vuole pronunciarsi. Monsignor Terzago si affida alla preghiera per capire gli indecifrabili disegni divini e soprattutto perché tali eventi soprannaturali si manifestino sempre ai popolani. Scetticismo del clero e compiacimento del popolo. Alla fine si decide una versione ufficiale della faccenda, secondo la quale una bella e giovane monaca domenicana con un bambino in braccio è intervenuta nella guarigione di Annuccia... Firenze, 14 maggio 2018. Il Professore nella stanza n° 239 dell’albergo in Via della Scala non riesce a dormire, forse è per la gastrite risvegliata dalla cena in trattoria, ma i suoi pensieri vagano all’interno della Basilica di San Lorenzo, lo assalgono immagini del supplizio del santo martirizzato, sente la fiamma aggredire la mano destra, proprio tra l’indice e il medio, poi si accorge che quello che brucia è il mozzicone della sigaretta e allora con uno scatto fulmineo si ritrova in piedi al buio e...

In tela d'imperatore è firmato da Mino Lorusso, giornalista, autore di saggi politici e di economia e di alcuni documentari. La storia è un intreccio misterioso che mescola arte, metafisica, ricerca della verità e del senso della vita. Il racconto, che ha come ambientazione l’Umbria, si muove tra il 1700 - con riferimenti a tre mistiche e al gesuita incaricato dal Papa di seguirle - e i giorni nostri, quando il Professore, uno storico dell’arte, scopre nei sotterranei di una chiesa uno stendardo che raffigura proprio un miracolo accaduto quasi tre secoli prima. Sia il Professore che il Gesuita vogliono scoprire la Verità e grazie a questa ricerca si ritrovano a fare i conti con loro stessi. La trama si sviluppa tra riflessioni filosofiche, argomentazioni artistiche e riferimenti storici puntuali. Tuttavia i personaggi mancano di una definizione psicologica, le caratteristiche personali restano superficiali e sono descritte in maniera didascalica, tanto da non coinvolgere empaticamente il lettore. La lettura risulta essere prevalentemente un’esperienza razionale e coerente, con argomentazioni logiche che partono da premesse ben definite per arrivare a altrettante conclusioni più o meno formalmente impeccabili. Alla fine il libro, piuttosto che un romanzo storico, pare essere più un saggio, ricco di riferimenti e informazioni raccolti con metodo scientifico, ma redatto in una forma “alleggerita” tale da proporre una versione aderente e credibile, sebbene romanzata, di storie vere. Scrivendo perlomeno in maniera semplice e diretta, sebbene con molti rimandi eruditi, l’autore propone pagine di riflessione sull’annoso rapporto tra ragione e fede: un tema con il quale è sempre interessante confrontarsi.



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