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*Sergio Zavoli*
ClassTravel di mercoled 22 novembre 2023
Inchieste, stile e passioni di un maestro del giornalismo italiano. Con 10 interviste inedite e un ricordo della figlia Valentina. Nel XX secolo ci sono stati pochi uomini di cultura in Italia...

di Redazione

Inchieste, stile e passioni di un maestro del giornalismo italiano. Con 10 interviste inedite e un ricordo della figlia Valentina.  Nel XX secolo ci sono stati pochi uomini di cultura in Italia che abbiano potuto vantare una produzione di articoli, libri, trasmissioni radiofoniche e televisive così significative come quella di Sergio Zavoli. Dal fascismo all’alluvione del Polesine, dal terrorismo a Tangentopoli, dalle monache di clausura alle memorie di Bettino Craxi, dalla nascita della seconda Repubblica alla sua agonia. Lo scrittore-giornalista di origine ravennate e riminese d’adozione ha registrato più di sessant’anni della storia, piccola e grande, del nostro Paese. Zavoli è sempre stato in tutti i suoi passaggi, radio e televisione, uno sperimentatore, era un grande giornalista che stava molto attento alla correttezza dell’informazione e ai principi classici della professione giornalistica, In tutta la sua carriera ha letteralmente inventato delle grandi novità sia per quanto riguarda il giornalismo sportivo con il Processo alla tappa che ha cambiato la narrazione del ciclismo in Italia, sia con Clausura, un importante documentario, ha contribuito in modo particolarmente rilevante al giornalismo radiofonico documentaristico. Ha introdotto una sperimentazione di grande importanza con Nascita di una dittatura e La notte della Repubblica

Ha raccontato la storia e la cronaca del nostro Paese, ma anche lo sport e le trasformazioni del costume. I suoi programmi hanno cambiato in modo radicale lo sguardo degli italiani, sulla malattia mentale, sul terrorismo, ma anche sulla scuola, sul fascismo e sulla democrazia. È stato uno degli artefici della radio italiana prima di passare in televisione, tornerà poi in radio negli anni ’70 come direttore del Gr1 per poi diventare Presidente della Rai. All’alba del nuovo millennio ha dato il suo contributo alla politica nell’aula del Senato, si è scoperto poeta (fu definito “il poeta del chiaroscuro”), ma la sua vita restò il “diario di un cronista”, mestiere da mettere al riparo dai poteri che lo vorrebbero limitare. Giornalista, scrittore, poeta, letterato, uomo di punta della Rai, uomo politico. La vita di Sergio Zavoli è stata ricchissima, lunga e complessa.

Il linguaggio. Quello di Zavoli era inconfondibile: lo si individuerebbe oggi anche ad occhi chiusi per eleganza, rotondità e perfino per qualche civetteria lessicale (chissà come accoglierebbe quest’ultima definizione se avesse la possibilità di leggere queste righe). Procedendo nella lettura di questo libro se ne scopre anche il perché. Zavoli è rimasto, nell’animo, un poeta acconciatosi al giornalismo, come dimostrano i suoi ultimi anni, in cui la poesia ha finalmente, totalmente occupato il campo del suo scrivere. Quasi che, una volta dimostrato tutto il dimostrabile in ambito giornalistico, potesse finalmente lasciar campo libero all’anima. Massimo Emanuelli conia, al riguardo, un’espressione: la “logica poetica” sottostante a tutta la sua produzione, che si parli di radio, di tv o di articoli e libri. Un’espressione molto efficace. C’era sempre una vena di poesia nella sua prosa, cosa che – si scoprirà in queste pagine – gli procurò anche qualche discussione ai tempi del primo TV 7. Ed è stato velatamente poetico, pur se giornalisticamente impeccabile, tutto il suo lavoro a partire da quei documentari radiofonici come “Clausura” o “Una notte a Cnosso”, pluripremiati e ancora oggi coinvolgenti a più di sessant’anni di distanza. (dalla prefazione di Massimo De Luca)

Massimo Emanuelli, docente e speaker radiofonico, da oltre 30 anni conduce la trasmissione radiofonica L’angolo della scuola, da dieci anni conduce anche la trasmissione Stile italiano, la storia della canzone italiana raccontata dai suoi protagonisti. È l’organizzatore del Premio Gigi Vesigna (intitolato alla memoria dello storico direttore di Tv Sorrisi e Canzoni) che ogni anno premia un personaggio del mondo dello spettacolo. Per i tipi di Gammarò ha recentemente pubblicato L’avventurosa storia della radio pubblica italiana — Dall’Araldo Telefonico a RadioRai cent’anni di radio, 2 volumi in cofanetto.

Prefazione di Massimo De Luca

Pagine 360, prezzo 21 euro, dal 28 novembre in libreria

Gammarò per OLTRE edizioni



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Inchieste, stile e passioni di un maestro del giornalismo italiano. Con 10 interviste inedite e un ricordo della figlia Valentina. Nel XX secolo ci sono stati pochi uomini di cultura in Italia...

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Inchieste, stile e passioni di un maestro del giornalismo italiano. Con 10 interviste inedite e un ricordo della figlia Valentina.  Nel XX secolo ci sono stati pochi uomini di cultura in Italia che abbiano potuto vantare una produzione di articoli, libri, trasmissioni radiofoniche e televisive così significative come quella di Sergio Zavoli. Dal fascismo all’alluvione del Polesine, dal terrorismo a Tangentopoli, dalle monache di clausura alle memorie di Bettino Craxi, dalla nascita della seconda Repubblica alla sua agonia. Lo scrittore-giornalista di origine ravennate e riminese d’adozione ha registrato più di sessant’anni della storia, piccola e grande, del nostro Paese. Zavoli è sempre stato in tutti i suoi passaggi, radio e televisione, uno sperimentatore, era un grande giornalista che stava molto attento alla correttezza dell’informazione e ai principi classici della professione giornalistica, In tutta la sua carriera ha letteralmente inventato delle grandi novità sia per quanto riguarda il giornalismo sportivo con il Processo alla tappa che ha cambiato la narrazione del ciclismo in Italia, sia con Clausura, un importante documentario, ha contribuito in modo particolarmente rilevante al giornalismo radiofonico documentaristico. Ha introdotto una sperimentazione di grande importanza con Nascita di una dittatura e La notte della Repubblica

Ha raccontato la storia e la cronaca del nostro Paese, ma anche lo sport e le trasformazioni del costume. I suoi programmi hanno cambiato in modo radicale lo sguardo degli italiani, sulla malattia mentale, sul terrorismo, ma anche sulla scuola, sul fascismo e sulla democrazia. È stato uno degli artefici della radio italiana prima di passare in televisione, tornerà poi in radio negli anni ’70 come direttore del Gr1 per poi diventare Presidente della Rai. All’alba del nuovo millennio ha dato il suo contributo alla politica nell’aula del Senato, si è scoperto poeta (fu definito “il poeta del chiaroscuro”), ma la sua vita restò il “diario di un cronista”, mestiere da mettere al riparo dai poteri che lo vorrebbero limitare. Giornalista, scrittore, poeta, letterato, uomo di punta della Rai, uomo politico. La vita di Sergio Zavoli è stata ricchissima, lunga e complessa.

Il linguaggio. Quello di Zavoli era inconfondibile: lo si individuerebbe oggi anche ad occhi chiusi per eleganza, rotondità e perfino per qualche civetteria lessicale (chissà come accoglierebbe quest’ultima definizione se avesse la possibilità di leggere queste righe). Procedendo nella lettura di questo libro se ne scopre anche il perché. Zavoli è rimasto, nell’animo, un poeta acconciatosi al giornalismo, come dimostrano i suoi ultimi anni, in cui la poesia ha finalmente, totalmente occupato il campo del suo scrivere. Quasi che, una volta dimostrato tutto il dimostrabile in ambito giornalistico, potesse finalmente lasciar campo libero all’anima. Massimo Emanuelli conia, al riguardo, un’espressione: la “logica poetica” sottostante a tutta la sua produzione, che si parli di radio, di tv o di articoli e libri. Un’espressione molto efficace. C’era sempre una vena di poesia nella sua prosa, cosa che – si scoprirà in queste pagine – gli procurò anche qualche discussione ai tempi del primo TV 7. Ed è stato velatamente poetico, pur se giornalisticamente impeccabile, tutto il suo lavoro a partire da quei documentari radiofonici come “Clausura” o “Una notte a Cnosso”, pluripremiati e ancora oggi coinvolgenti a più di sessant’anni di distanza. (dalla prefazione di Massimo De Luca)

Massimo Emanuelli, docente e speaker radiofonico, da oltre 30 anni conduce la trasmissione radiofonica L’angolo della scuola, da dieci anni conduce anche la trasmissione Stile italiano, la storia della canzone italiana raccontata dai suoi protagonisti. È l’organizzatore del Premio Gigi Vesigna (intitolato alla memoria dello storico direttore di Tv Sorrisi e Canzoni) che ogni anno premia un personaggio del mondo dello spettacolo. Per i tipi di Gammarò ha recentemente pubblicato L’avventurosa storia della radio pubblica italiana — Dall’Araldo Telefonico a RadioRai cent’anni di radio, 2 volumi in cofanetto.

Prefazione di Massimo De Luca

Pagine 360, prezzo 21 euro, dal 28 novembre in libreria

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