‘La Falena’ è un night club iconico e inquietante, attorno al quale si muovono figure misteriose. Tra queste spicca la figura magnetica di Nora, cortigiana bellissima e pericolosa. ‘La Falena’ è il titolo del nuovo libro della scrittrice spezzina Raffaella Ferrari, presentato dalla stessa autrice oggi, alle 17, alla libreria Liberi Tutti, in dialogo con Beppe Mecconi. Una trama in cui le linee tra bene e male, tra apparenza e verità, si fanno sempre più labili.
Nora è una figura magnetica e ambigua, quasi animale nella sua presenza scenica. Qual è stata la scintilla narrativa o simbolica da cui è nata questo personaggio così perturbante?
"Nora nasce da un pensiero che spesso mi colpisce: il desiderio di ‘mascherarsi’ e vivere un’altra vita per qualche ora o per qualche giorno. O per sempre. Nora è una donna con un grosso segreto che nasconde interpretando il ruolo della cortigiana... ma solo il venerdì sera alla Falena!". I personaggi sembrano portare addosso ferite antiche. Quale ‘non detto’ ha guidato la costruzione delle loro identità narrative?
"Nei miei 53 anni di vita ho imparato che poco o nulla è ciò che sembra. Vado per strada, guardo la gente e mi domando: che segreto custodisce questa persona? Poi immagino. La mia mente da giallista mi fa pensare e ‘inventare’ i segreti dei miei personaggi. Sapete una cosa? Difficilmente la mia fantasia ha superato certe realtà nascoste".
Il romanzo mette in dialogo due mondi lontanissimi: il night e la quotidianità silenziosa dell’ex imbalsamatore. Che tipo di relazione emotiva o tematica unisce questi universi apparentemente inconciliabili?
"C’è un legame che non posso svelare qui, altrimenti spoilero troppo. L’idea è proprio che mi piaceva mettere un filo rosso che unisce due realtà apparentemente così distanti. Questo filo è un segreto. Un segreto tanto inquietante da poter trasformare le vite dei protagonisti".
Definisce ‘La Falena’ uno psico-noir. In quale misura la sua esperienza nella didattica e nella promozione della lettura del genere ha influenzato la costruzione della suspense nella storia?
"Esistono regole di costruzione di un noir. La principale è che, rispetto al giallo classico, non c’è un ‘buono’ e un ‘cattivo’, ma dei personaggi con un loro vissuto interiore forte. Nelle scuole spiego questo. In effetti, personalmente, non ho mai incontrato nessuno di totalmente buono né del tutto cattivo. I bambini sono molto sensibili a queste cose. A volte sono stati loro ad insegnare a me. Ricordo ad esempio che una volta una ragazzina mi disse che la ‘vita fa male’...".
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