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Ugo Moretti: un libertino anarchico dimenticato
Mattatoio N. 5 di giovedì 24 luglio 2025
Dall'intervista a Ugo Moretti, rivista Fermenti, 1987, a cura di Velio Carratoni: "Forse sono diventato più elegante, più icastico, più filosofo e anche più cosciente delle idee che scaturivano naturali come sorgenti nella jungla, mentre adesso la mia fantasia viene incanalata per gli scaltri acquedotti della letteratura. Anche cercando di essere pulita e litiosa. Per concludere, un libro come Vento caldo non è più possibile scriverlo: né io né alcuno della mia generazione. Speriamo che nelle generazioni venture ci sia un giovane che un giorno si mette a scrivere una lettera a una donna e poi continua per trecento pagine fino che ha fatto un romanzo".

di Daniele Vacchino

Personaggio istrionico, polivalente, anarchico e silenziosamente critico. Dalle sue opere vennero ricavati diversi film, come Natale in casa d'appuntamento. E fu co-sceneggiatore di pellicole oggi riscoperte, come Orgasmo di Lenzi. Oggi le sue opere sono terminate tutte fuori catalogo, ad eccezione di Doppia morte al Governo Vecchio, rieditato nel 2019 da Oltre edizioni. Ugo Moretti fu un protagonista della narrativa dal dopoguerra agli ultimi anni Sessanta. L'accorata prefazione dello scrittore, giornalista e amico Diego Zandel mette in luce la sua vita coraggiosa, piratesca, segnata dal culto della figura femminile e sostenuta da continui progetti letterari che gli permisero non già la vita dorata del divo, ma l'altalenante esistenza di un forzato della penna, che continuamente doveva partorire opere che incontrassero il gusto del pubblico. Dopo la vittoria del Premio Viareggio Opera Prima con Vento caldo nel 1949, consumò la propria carriera con romanzi gialli sotto pseudonimi stranieri, come anche Laura Toscano si trovò a fare. In Gente al Babbuino, del 1955, intercetta lo spirito dell'Italia che stava cambiando forma con il boom economico, come farà alcuni anni più tardi Umberto Simonetta con Tirar mattina. Qualcuno lo considerò un protagonista del neorealismo. Altri scrissero che ebbe il merito di anticipare La dolce vita di Fellini e il filone di artisti che narrarono su pellicola e su carta il miracolo economico.

Ugo Moretti, però, eclettico e libero, sebbene continuamente minacciato dal bisogno di incassare la ricompensa per le sue opere, difficilmente è ascrivibile a una corrente o a un canone. "Non credo alla Storia. Ci sono dei punti di riferimento nel tempo. Ci sono nomi e opere che determinano uno stato animistico o temporale..." diceva in un'intervista Ugo Moretti. Più facile, allora, considerare unicamente i punti di riferimento nel tempo, come voleva l'autore. Il giallo Doppia morte al Governo Vecchio, del 1960, segue il successo del filone giallo-comico inaugurato da Gadda e che tanto successo avrebbe avuto nella letteratura gialla italiana. Cinque anni dopo sarebbe uscito Il commissario Pepe di Ugo Facco De La Garda, breve romanzo capace di fare il punto una volta per tutte con il giallo-comico attraverso un formato e una veste formale-stilistica ben definita. Doppia morte al Governo Vecchio va riletto oggi proprio come anello di congiunzione tra quelle due opere e come tappa fondamentale nello sviluppo del genere. Filone proseguito negli ultimi decenni da Ugo Pirro e Nino Filastò.

Il romanzo di Moretti ebbe la fortuna di avere una trasposizione cinematografica. La pellicola Doppio delitto propone Mastroianni nei panni di Dindo Baldassarre (Bruno, nel film). L'adattamento cinematografico risulta piuttosto fedele all'opera di Moretti. E a sua volta il romanzo è una riproduzione realistica delle inclinazioni dell'autore. Una vita, quella di Ugo Moretti, votata alla libertà e alla sopravvivenza in un mondo in forte evoluzione. Nel corso dei romanzi, da Vento caldo a Il gabbiano nero  (uscito nel 1991, anno di morte di Moretti), la poetica di Moretti si estrinseca con chiarezza. Una poetica che è specchio, prosecuzione e conferma delle inclinazioni nella propria vita. E che può essere riassunta in alcuni elementi chiave: un approccio leggero all'esistenza, che dimentichi gli impegni maggiori e gli obblighi imposti; la passione per le donne e una visione romantica e avventurosa della vita; la stima per lavori precari, in grado di dare al tempo una tinta di fugacità; una visione antistorica, dove protagonista è l'uomo comune, accompagnata da una forte attenzione per la descrizione caricaturale del contesto sociale; l'adozione di protagonisti antieroici; la volontà di sminuire cariche e titoli, rendendo comiche le pieghe quotidiane dell'esistenza; una filosofia delle piccole cose, dove lo scrittore è parte di un consesso sociale variegato; la visione della narrativa come mezzo di intrattenimento e di comunicazione.

"Vi piacerebbe essere belli, alti, violenti, spietati, intelligentissimi. Anche a vostra moglie piacerebbe... E invece siete come Dindo Baldassarre, miti e pigri, lenti a ragionare, puttanieri quando capita..."



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Mattatoio N. 5 - giovedì 24 luglio 2025
Dall'intervista a Ugo Moretti, rivista Fermenti, 1987, a cura di Velio Carratoni: "Forse sono diventato più elegante, più icastico, più filosofo e anche più cosciente delle idee che scaturivano naturali come sorgenti nella jungla, mentre adesso la mia fantasia viene incanalata per gli scaltri acquedotti della letteratura. Anche cercando di essere pulita e litiosa. Per concludere, un libro come Vento caldo non è più possibile scriverlo: né io né alcuno della mia generazione. Speriamo che nelle generazioni venture ci sia un giovane che un giorno si mette a scrivere una lettera a una donna e poi continua per trecento pagine fino che ha fatto un romanzo".

di Daniele Vacchino

Personaggio istrionico, polivalente, anarchico e silenziosamente critico. Dalle sue opere vennero ricavati diversi film, come Natale in casa d'appuntamento. E fu co-sceneggiatore di pellicole oggi riscoperte, come Orgasmo di Lenzi. Oggi le sue opere sono terminate tutte fuori catalogo, ad eccezione di Doppia morte al Governo Vecchio, rieditato nel 2019 da Oltre edizioni. Ugo Moretti fu un protagonista della narrativa dal dopoguerra agli ultimi anni Sessanta. L'accorata prefazione dello scrittore, giornalista e amico Diego Zandel mette in luce la sua vita coraggiosa, piratesca, segnata dal culto della figura femminile e sostenuta da continui progetti letterari che gli permisero non già la vita dorata del divo, ma l'altalenante esistenza di un forzato della penna, che continuamente doveva partorire opere che incontrassero il gusto del pubblico. Dopo la vittoria del Premio Viareggio Opera Prima con Vento caldo nel 1949, consumò la propria carriera con romanzi gialli sotto pseudonimi stranieri, come anche Laura Toscano si trovò a fare. In Gente al Babbuino, del 1955, intercetta lo spirito dell'Italia che stava cambiando forma con il boom economico, come farà alcuni anni più tardi Umberto Simonetta con Tirar mattina. Qualcuno lo considerò un protagonista del neorealismo. Altri scrissero che ebbe il merito di anticipare La dolce vita di Fellini e il filone di artisti che narrarono su pellicola e su carta il miracolo economico.

Ugo Moretti, però, eclettico e libero, sebbene continuamente minacciato dal bisogno di incassare la ricompensa per le sue opere, difficilmente è ascrivibile a una corrente o a un canone. "Non credo alla Storia. Ci sono dei punti di riferimento nel tempo. Ci sono nomi e opere che determinano uno stato animistico o temporale..." diceva in un'intervista Ugo Moretti. Più facile, allora, considerare unicamente i punti di riferimento nel tempo, come voleva l'autore. Il giallo Doppia morte al Governo Vecchio, del 1960, segue il successo del filone giallo-comico inaugurato da Gadda e che tanto successo avrebbe avuto nella letteratura gialla italiana. Cinque anni dopo sarebbe uscito Il commissario Pepe di Ugo Facco De La Garda, breve romanzo capace di fare il punto una volta per tutte con il giallo-comico attraverso un formato e una veste formale-stilistica ben definita. Doppia morte al Governo Vecchio va riletto oggi proprio come anello di congiunzione tra quelle due opere e come tappa fondamentale nello sviluppo del genere. Filone proseguito negli ultimi decenni da Ugo Pirro e Nino Filastò.

Il romanzo di Moretti ebbe la fortuna di avere una trasposizione cinematografica. La pellicola Doppio delitto propone Mastroianni nei panni di Dindo Baldassarre (Bruno, nel film). L'adattamento cinematografico risulta piuttosto fedele all'opera di Moretti. E a sua volta il romanzo è una riproduzione realistica delle inclinazioni dell'autore. Una vita, quella di Ugo Moretti, votata alla libertà e alla sopravvivenza in un mondo in forte evoluzione. Nel corso dei romanzi, da Vento caldo a Il gabbiano nero  (uscito nel 1991, anno di morte di Moretti), la poetica di Moretti si estrinseca con chiarezza. Una poetica che è specchio, prosecuzione e conferma delle inclinazioni nella propria vita. E che può essere riassunta in alcuni elementi chiave: un approccio leggero all'esistenza, che dimentichi gli impegni maggiori e gli obblighi imposti; la passione per le donne e una visione romantica e avventurosa della vita; la stima per lavori precari, in grado di dare al tempo una tinta di fugacità; una visione antistorica, dove protagonista è l'uomo comune, accompagnata da una forte attenzione per la descrizione caricaturale del contesto sociale; l'adozione di protagonisti antieroici; la volontà di sminuire cariche e titoli, rendendo comiche le pieghe quotidiane dell'esistenza; una filosofia delle piccole cose, dove lo scrittore è parte di un consesso sociale variegato; la visione della narrativa come mezzo di intrattenimento e di comunicazione.

"Vi piacerebbe essere belli, alti, violenti, spietati, intelligentissimi. Anche a vostra moglie piacerebbe... E invece siete come Dindo Baldassarre, miti e pigri, lenti a ragionare, puttanieri quando capita..."



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