Fimmina che legge di giovedì 9 ottobre 2025
Ildegarda di Bingen, Juana Inés de la Cruz, Edith Stein: tre donne, tre filosofe, tre modi originali di pensare là dove la ragione incontra il mistero, e la spiritualità si fa conoscenza. Troppo spesso relegate...
di Fimmina che legge
Ildegarda di Bingen, Juana Inés de la Cruz, Edith Stein: tre donne, tre filosofe, tre modi originali di pensare là dove la ragione incontra il mistero, e la spiritualità si fa conoscenza. Troppo spesso relegate al margine, o considerate solo figure religiose, Ildegarda, Juana Inés ed Edith emergono in questo saggio nella loro piena potenza intellettuale. Con rigore e sensibilità, l’autrice ne ricostruisce vita e dottrina, portando alla ribalta la radicalità delle loro idee, la libertà con cui hanno attraversato i limiti imposti, la forza speculativa di scritture ancora capaci di parlarci. Non siamo di fronte a reliquie del passato, bensì a voci vive e sorprendentemente attuali. Chi legge scoprirà, con Ildegarda, una visione del cosmo dove tutto è energia vitale e armonia profonda; con Juana Inés, la difesa appassionata del sapere come diritto universale; con Edith Stein, uno sguardo capace di coniugare filosofia e mistica, alterità e coscienza, empatia e responsabilità. “Il sapere dell’anima” non separa, ma intreccia: corpo e spirito, logica e intuizione, studio e ispirazione. Propone una conoscenza che si nutre dell’esperienza vissuta, nasce dove nessuno guarda, cresce nella ferita e trae la sua rivelazione dal silenzio. È anche un atto di restituzione: una genealogia femminile rimossa che torna finalmente a illuminare il presente, un invito a pensare da un altro luogo. Per chi crede che la filosofia non sia solo esercizio della mente, ma anche battito del cuore. Per chi è disposto ad ascoltare ciò che, per secoli, è stato messo a tacere.
Tre donne, tre intellettuali, tre consacrate, tre voci affacciate sull’ignoto, provenienti da mondi lontani per geografia, cultura e linguaggio, ma accomunate da una stessa, ardente vocazione: cercare la verità là dove la ragione sfiora il mistero, dove il pensiero si apre alla fede. Non furono madri nel senso biologico, ma lo furono in un modo più profondo e universale: madri d’anime, generatrici di parole, visioni, sapere. Nelle celle dei monasteri, tra scaffali colmi di libri o silenzi colmi di Dio, coltivarono una maternità interiore fatta di cura, guida, trasmissione. Furono educatrici e testimoni, portatrici di un sapere nutrito dalla dedizione e animato da un’intelligenza spirituale. La loro missione non si fermò entro i confini del convento: travolse i limiti imposti, raggiunse le donne del loro tempo e quelle che sarebbero venute dopo, parlando a tutte e a tutti. Seppero far fiorire, ognuna a suo modo, una conoscenza generativa, che non si limita a possedere ma che trasforma, custodisce, dona.
Simonetta Tassinari è filosofa, scrittrice e docente. Ha insegnato Storia e Filosofia nei licei e Laboratorio di didattica della filosofia all’Università del Molise. Tiene regolarmente caffè filosofici, laboratori e conferenze, portando il pensiero fuori dai contesti accademici e rendendolo accessibile a pubblici diversi. Ha pubblicato saggi con Feltrinelli (tra cui Il filosofo che c’è in te, 2019, tradotto anche in Brasile) e con Gribaudo, dedicati in particolare alla dimensione esistenziale della conoscenza e alla filosofia femminile. Scrive anche romanzi, editi da Corbaccio, tra cui Donna Fortuna e i suoi amori (2023), candidato al Premio Strega. La sua attività unisce rigore teorico e passione narrativa, con una forte vocazione alla divulgazione. Collabora con riviste e progetti culturali, mantenendo un intenso dialogo tra filosofia e vita quotidiana.
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