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Jean Sénac
Per una terra possibile

traduzione e cura di  Ilaria Guidantoni
testo francese a fronte  




disegni di Denis Martinez
Jean Sénac, scrittore algerino di lingua francese, fu assassinato ad Algeri nel 1973.
Grande amico di Albert Camus e di René Char, poeta di altissima levatura riconosciuto a livello internazionale, ha lasciato un’opera letteraria considerevole, una parte della quale è rimasta inedita (in Italia è apparso solamente, e per i nostri tipi nel 2017, il romanzo Ritratto incompiuto del padre).
Questo volume colma la lacuna e permette di meglio comprendere la sua vita tormentata, al servizio della poesia, dell’emozione e della terra d’Algeria, appassionatamente amata.

Oltre ai testi poetici, il volume riporta le prime due lettere che Jean Sénac scrisse ad Albert Camus e a René Char. Tutti i testi di Sénac, e anche quelli delle Note per la lettura, l’Introduzione e le Note bio-bibliografiche redatti dalla curatrice e traduttrice Ilaria Guidantoni, sono con testo francese a fronte.

Le illustrazioni che impreziosiscono il volume sono disegni di Denis Martinez, pittore algerino grande amico di Jean Sénac.


Ufficio Stampa
Rassegna Stampa
Marchio editoriale
Oltre edizioni
Pubblicato il 10/11/2019
pagine: 516
formato: cm. 14 x 21
copertina: softback con alette — brossura
collana: COLLEZIONE DI POESIA
genere: Poesia
ISBN: 9788899932565

Prezzo di copertina € 21.00
Prezzo promozionale € 19.95
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Jean Sénac, scrittore algerino di lingua francese, fu assassinato ad Algeri nel 1973.
Grande amico di Albert Camus e di René Char, poeta di altissima levatura riconosciuto a livello internazionale, ha lasciato un’opera letteraria considerevole, una parte della quale è rimasta inedita (in Italia è apparso solamente, e per i nostri tipi nel 2017, il romanzo Ritratto incompiuto del padre).
Questo volume colma la lacuna e permette di meglio comprendere la sua vita tormentata, al servizio della poesia, dell’emozione e della terra d’Algeria, appassionatamente amata.

Oltre ai testi poetici, il volume riporta le prime due lettere che Jean Sénac scrisse ad Albert Camus e a René Char. Tutti i testi di Sénac, e anche quelli delle Note per la lettura, l’Introduzione e le Note bio-bibliografiche redatti dalla curatrice e traduttrice Ilaria Guidantoni, sono con testo francese a fronte.

Le illustrazioni che impreziosiscono il volume sono disegni di Denis Martinez, pittore algerino grande amico di Jean Sénac.



L'AUTORE
Jean Sénac (Béni Saf 1926 – Algeri 1973) è il Pasolini algerino, un caso giudiziario irrisolto, anzi dimenticato: in Algeria come in Francia, mai arrivato in Italia. Oggi ci appare in tutta la sua attualità per quella lacerazione senza soluzione e la voglia di oltrepassare ogni definizione, insieme all’accoglienza della diversità tremendamente contemporanea: dalla sessualità alla religiosità, aperta al paganesimo e all'ateismo.
Si considerava “fratello di sangue” dei berberi, algerino, arabo, ebreo e cristiano ad un tempo, con il senso acuto del peccato e l’irresistibile pulsione alla trasgressione. Francese solo nel nome di un padre odiato e nella sola lingua che usò. Soprattutto poeta, ma anche romanziere incompiuto e critico d'arte, sognava una società aperta. Ebbe una lunga corrispondenza intima con Camus, poi una rottura tragica. Sénac è stato infatti un uomo senza mediazione, ferocemente dalla parte della rivoluzione, sposò la causa algerina senza condizioni. Per lui la poesia era rivoluzione allo stato puro.
Perennemente alla ricerca del padre mancante e in lotta con la madre, l’ape operosa notturna, tenera e feroce ad un tempo.

Oltre edizioni
Pubblicato il 10/11/2019
pagine: 516
formato: cm. 14 x 21
copertina: softback con alette — brossura
collana: COLLEZIONE DI POESIA
genere: Poesia
ISBN: 9788899932565

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04/10/2024

Cronache del Diana

46
 

Di pornografia talvolta si parla, spesso con malizia o volgarità. Questo libro vuole dare uno spaccato nuovo, non a caso è scritto da “anonimo antropologo dilettante”. Ambientato in un cinema a luci rosse di una città di provincia, La Spezia, ma solo per caso, perché riguarda una realtà italiana viva fino a non molto tempo fa.

L’autore narra la sua esperienza di frequentatore di cinema porno, intima e intimistica, cercando soprattutto una chiave di lettura, senza necessariamente cercare risposte a domande, ma sempre con spirito criticamente curioso. Da antropologo, appunto. Un libro che è un po’ un’autobiografia e un po’ un saggio, senza essere autocelebrativo come molte autobiografie e senza essere noioso come quasi tutti i saggi.

Vedere un film porno al cinema significava, anche, socializzare perché, che piaccia o meno, il sesso è anche socializzazione. Oggi, che la pornografia è fruibile comodamente a casa propria, si è inevitabilmente persa anche questa dimensione. Il libro ci riporta anche a quei tempi, che sembrano lontani anni luce da oggi, oggi che un clic ci consente di avvicinarci a qualunque realtà, allontanandoci però sempre di più dalla vita. Quella vera. Questo libro profuma di vita vera.

Dall’introduzione: «C’è stato un tempo in cui il porno non veniva consumato alla stregua di un “solitario”, facendo clic su un personal computer nella nostra abitazione, ma compiendo lo sforzo di uscire di casa, raggiungendo il cinema, varcando l’ingresso, pagando un biglietto e calandosi con un po’ di circospezione in un ambiente che a suo modo costituiva parte integrante dell’antropologia urbana. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, nel quadro della complessiva crisi del cinema, e in linea con un’inesorabile tendenza nazionale, anche alla Spezia diverse sale si specializzarono nell’hard-core: il Cozzani, il Marconi, l’Odeon, l’Astra, frequentato fino a poco tempo prima da persone benestanti. Ricordo il titolare di una di quelle sale affermare sconsolato: «Se non proietti un film porno non puoi lavorare». Le volte che poteva, proponeva cartoni animati e sua moglie, tornata alla cassa, vedendo arrivare un cliente che accompagnava un bambino, si apriva a un sorriso. E il Diana, il locale di via Sapri, già cinema-teatro durante il fascismo, che nel dopoguerra, acquisita la nuova denominazione, aveva continuato a perseguire un target di livello medio-alto – fascia sociale abbastanza discriminante per lo studentello squattrinato che io ero nei primi anni Settanta – non sfuggiva a queste regole».


ANONIMO

A cura di Beppe Mecconi e Vanessa Isoppo

CRONACHE DEL DIANA

Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse

Pagine 144, prezzo 16 euro, in libreria dal 24 settembre

OLTRE EDIZIONI

I Curatori

Questo libro, di autore anonimo, è stato curato con grande delicatezza e affetto da Vanessa Isoppo e da Beppe Mecconi.

Vanessa Isoppo è psicologa-psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia dell’approccio centrato sulla persona. Già docente di Psicologia Generale all’Università di Genova, è specializzata inoltre in Problemi e Patologie Alcol-correlate e Scienze Criminologico-Forensi. Nata a Sarzana (SP), vive e lavora a Roma.

Beppe Mecconi è nato e vive nel Golfo dei Poeti. Pittore, scrittore, illustratore di libri per l’infanzia, sceneggiatore, autore e direttore di film-documentari, regista di teatro e recital musicali. Per 12 anni Presidente e Responsabile culturale del Museo paleontologico nel Castello di Lerici. Ha ricevuto dall’UNICEF il diploma ufficiale del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia. Recentemente è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana per meriti culturali e artistici.

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