
Nel 2013, mentre in Siria la tragedia si stava complicando ad oltranza ed io, seguace di uno sparuto gruppo di voci nel deserto, cercavo di dare il mio contributo per denunciare le intollerabili interferenze di alcune potenze straniere nel paese, mi capitò l’occasione di compiere un viaggio di studio in Crimea che, ancora parte della repubblica Ucraina, era uno di quei luoghi della memoria che mi intrigano irresistibilmente. In quella penisola che si sporge sul Mar Nero ed è un’estrema propaggine del mondo mediterraneo volevo cercare in primo luogo le tracce dei tatari e degli ebrei karaiti, come pure le memorie di una campagna bellica che, seppur lontana nel tempo, era stata per certi versi il copione della Grande Guerra che avrebbe sconvolto l’Europa una cinquantina d’anni dopo. Le guerre del passato sono infatti un filo rosso che permette con un certo agio di comprendere eventi del presente e di anticiparne altri nel futuro...
(Incipit)