CATALOGO      AUTORI      APPROFONDIMENTI      EVENTI      ARTE & ARTISTI      UNIVERSITÀ

Login
Oltre edizioni

Login (se sei già registrato) oppure Registrati
CATALOGO:
Mario Quattrucci
Quel delitto del '56

Prefazione di Diego Zandel

È il 19 febbraio del ’56, prima domenica di quaresima, Roma imbiancata, quartiere Appio-Latino. Alle 7 del mattino un tramviere, mentre attraversa il ponte che passa sopra la ferrovia vede per caso, addosso al muretto, un cumulo di neve dal quale spunta qualcosa di nero. Per curiosità si avvicina, scosta la neve e si rende conto che il nero è un cappotto, una manica, e poi vede una mano e infine un viso… il viso di un uomo che si scoprirà essere morto ammazzato, ucciso da un colpo di pistola. Nei pressi abita anche un maresciallo dei carabinieri, chiamato dal portiere, a sua volta avvisato da una guardia notturna che il tramviere aveva incrociato al momento della scoperta del cadavere. Il maresciallo accorre, si porta dietro pure una macchina fotografica del figlio, appassionato di queste cose, e fotografa il morto. Poi arrivano, dal vicino commissariato, i poliziotti e, poi, i carabinieri, ma nel giro di poco tempo, il maresciallo fotografo verrà a sapere che le indagini non sono più affare loro e che tutto passa in mano ai servizi segreti… Chi era quell’uomo ammazzato? E perché tanto interesse da parte dei Servizi? E perché, ancora, la sua morte è stata poi gabbata come suicidio se al maresciallo è apparso chiaro, vedendo il cadavere, che l’uomo era stato ucciso e solo dopo portato nel luogo del ritrovamento? Il maresciallo, uomo valoroso, decorato in guerra e per la sua partecipazione alla Resistenza, non si rassegna ai risultati ufficiali, vorrebbe indagare, anche perché, una volta sviluppata la pellicola, mostrando la foto del morto al figlio, questi ricorda di aver visto quell’uomo frequentare la vicina sezione del PCI e tutto lascia credere, a un certo momento, dal racconto del figlio, che il cadavere sia stato appositamente lasciato lì, a due passi dalla sezione comunista. Vorrebbe indagare e, infatti, indaga per conto suo, scoprendo che – sono gli anni della guerra fredda, del “pericolo comunista” – probabilmente l‘uomo è un infiltrato, tant’è che a un certo momento il maresciallo viene richiamato e invitato – un invito che è un ordine, se non addirittura una minaccia - a lasciar perdere le sue personali indagini…

Non ha lasciato perdere Mario Quattrucci, figlio di quel maresciallo, che con Quel delitto del ‘56 ci consegna una testimonianza e una rivelazione insieme, che ha tutti i crismi di un grande giallo, avvincente e scritto in uno stile personalissimo che ricorda il Gadda di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana.

Un giallo che, dopo tanti anni, fa luce su un delitto rimasto insoluto fino ad oggi.


Ufficio Stampa
Rassegna Stampa
Marchio editoriale
Oltre edizioni
Pubblicato il 11/02/2020
pagine: 138
formato: cm. 14 x 21
copertina: softback con alette — brossura
collana: letture del mondo
genere: Narrativa
tag: #libri #books #lettura #letteratura
ISBN: 9788899932800

Prezzo di copertina € 14.00
Prezzo promozionale € 13.30
Quantit: 





acquista eBook

acquista nelle nostre librerie on line

↓↓ ACQUISTA ↓↓
SENZA COSTI DI SPEDIZIONE
OLTRE BOOKSHOP

Quantità: 
Fenice Bookstore

acquista su Amazon

e-book

CATALOGO      AUTORI      APPROFONDIMENTI      EVENTI      ARTE & ARTISTI      UNIVERSITÀ

Login
Oltre edizioni

Login (se sei già registrato) oppure Registrati
Mario Quattrucci
Quel delitto del '56

Prefazione di Diego Zandel
  


Quantità: 
↓↓ senza costi di ↓↓
↓↓ spedizione ↓↓








OPPURE SU

acquista su Amazon


OPPURE

acquista eBook

È il 19 febbraio del ’56, prima domenica di quaresima, Roma imbiancata, quartiere Appio-Latino. Alle 7 del mattino un tramviere, mentre attraversa il ponte che passa sopra la ferrovia vede per caso, addosso al muretto, un cumulo di neve dal quale spunta qualcosa di nero. Per curiosità si avvicina, scosta la neve e si rende conto che il nero è un cappotto, una manica, e poi vede una mano e infine un viso… il viso di un uomo che si scoprirà essere morto ammazzato, ucciso da un colpo di pistola. Nei pressi abita anche un maresciallo dei carabinieri, chiamato dal portiere, a sua volta avvisato da una guardia notturna che il tramviere aveva incrociato al momento della scoperta del cadavere. Il maresciallo accorre, si porta dietro pure una macchina fotografica del figlio, appassionato di queste cose, e fotografa il morto. Poi arrivano, dal vicino commissariato, i poliziotti e, poi, i carabinieri, ma nel giro di poco tempo, il maresciallo fotografo verrà a sapere che le indagini non sono più affare loro e che tutto passa in mano ai servizi segreti… Chi era quell’uomo ammazzato? E perché tanto interesse da parte dei Servizi? E perché, ancora, la sua morte è stata poi gabbata come suicidio se al maresciallo è apparso chiaro, vedendo il cadavere, che l’uomo era stato ucciso e solo dopo portato nel luogo del ritrovamento? Il maresciallo, uomo valoroso, decorato in guerra e per la sua partecipazione alla Resistenza, non si rassegna ai risultati ufficiali, vorrebbe indagare, anche perché, una volta sviluppata la pellicola, mostrando la foto del morto al figlio, questi ricorda di aver visto quell’uomo frequentare la vicina sezione del PCI e tutto lascia credere, a un certo momento, dal racconto del figlio, che il cadavere sia stato appositamente lasciato lì, a due passi dalla sezione comunista. Vorrebbe indagare e, infatti, indaga per conto suo, scoprendo che – sono gli anni della guerra fredda, del “pericolo comunista” – probabilmente l‘uomo è un infiltrato, tant’è che a un certo momento il maresciallo viene richiamato e invitato – un invito che è un ordine, se non addirittura una minaccia - a lasciar perdere le sue personali indagini…

Non ha lasciato perdere Mario Quattrucci, figlio di quel maresciallo, che con Quel delitto del ‘56 ci consegna una testimonianza e una rivelazione insieme, che ha tutti i crismi di un grande giallo, avvincente e scritto in uno stile personalissimo che ricorda il Gadda di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana.

Un giallo che, dopo tanti anni, fa luce su un delitto rimasto insoluto fino ad oggi.



L'AUTORE
Mario Quattrucci
(1936), impegnato dal 1953 nella vita politica e sociale, ha insegnato allIstituto di Studi Comunisti, stato membro del Comitato Centrale del PCI e lo ha rappresentato in Circoscrizioni, Comuni, Provincia e Regione. S occupato di arti visive, teatro, letteratura. Ha collaborato con giornali e riviste della sinistra. Poesia: La traccia; Obl appannato; Perch un occhio losserva; Materia del contendere; Variazioni; Gra; Da una lingua marginale; Ogni giorno quel giorno.

Narrativa
A Roma, novembre (poi: novembre, commissario Mar); Il Governatore; La formula; Questione di tariffe, commissario Mar; normale, commissario Mar; Troppi morti, commissario Mar; Hai perso, commissario Mar; Una vedova per Mar; Che spettacolo, commissario Mar (insieme ad Alessandra Vitali); Mar in luogo di mare; Fattacci brutti a Via del Boschetto; Omicidio laterale; Omicidio a Piazza dell'Olmo; Hanno ammazzato Montalbano; Nelle immediate vicinanze; Finis Historiae − Racconti, (Onyx 2010); Memoria che ancora hai desideri, Racconti (2016); Un delitto del '43, Racconti (2018); Troppo cuore, Romanzo (2018).


Vari racconti in riviste e Antologie
Dirige la collana Libri di Poesia della Robin Edizioni. Ha diretto le collane di poesia Segmenti e Gemina delle Edizioni Quasar.
cofondatore (1990) del Premio Feronia Citt di Fiano, del quale ha presieduto la Giuria ed stato Direttore artistico; ha fondato l'Associazione Culturale ENTROTERRA; stato Presidente del SNS-CGIL, ed ora nel SLC (Sindacato Lavoratori Comunicazione) CGIL.
Ha fondato e dirige la rivista on line malacoda.it (webzine di lotta per una riforma intellettuale e morale); ha aperto e si fa il settimanale on line malabl.it

Oltre edizioni
Pubblicato il 11/02/2020
pagine: 138
formato: cm. 14 x 21
copertina: softback con alette — brossura
collana: letture del mondo
genere: Narrativa
tag: #libri #books #lettura #letteratura
ISBN: 9788899932800

Prezzo di copertina € 14.00
Prezzo promozionale € 13.30

↓↓ senza costi di ↓↓
↓↓ spedizione ↓↓

Quantità: 

OLTRE Bookshop
3237
Ufficio Stampa Rassegna Stampa
Commenti »
 

 
TUTTI GLI EVENTI

oggi
04/10/2024

Cronache del Diana

46
 

Di pornografia talvolta si parla, spesso con malizia o volgarità. Questo libro vuole dare uno spaccato nuovo, non a caso è scritto da “anonimo antropologo dilettante”. Ambientato in un cinema a luci rosse di una città di provincia, La Spezia, ma solo per caso, perché riguarda una realtà italiana viva fino a non molto tempo fa.

L’autore narra la sua esperienza di frequentatore di cinema porno, intima e intimistica, cercando soprattutto una chiave di lettura, senza necessariamente cercare risposte a domande, ma sempre con spirito criticamente curioso. Da antropologo, appunto. Un libro che è un po’ un’autobiografia e un po’ un saggio, senza essere autocelebrativo come molte autobiografie e senza essere noioso come quasi tutti i saggi.

Vedere un film porno al cinema significava, anche, socializzare perché, che piaccia o meno, il sesso è anche socializzazione. Oggi, che la pornografia è fruibile comodamente a casa propria, si è inevitabilmente persa anche questa dimensione. Il libro ci riporta anche a quei tempi, che sembrano lontani anni luce da oggi, oggi che un clic ci consente di avvicinarci a qualunque realtà, allontanandoci però sempre di più dalla vita. Quella vera. Questo libro profuma di vita vera.

Dall’introduzione: «C’è stato un tempo in cui il porno non veniva consumato alla stregua di un “solitario”, facendo clic su un personal computer nella nostra abitazione, ma compiendo lo sforzo di uscire di casa, raggiungendo il cinema, varcando l’ingresso, pagando un biglietto e calandosi con un po’ di circospezione in un ambiente che a suo modo costituiva parte integrante dell’antropologia urbana. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, nel quadro della complessiva crisi del cinema, e in linea con un’inesorabile tendenza nazionale, anche alla Spezia diverse sale si specializzarono nell’hard-core: il Cozzani, il Marconi, l’Odeon, l’Astra, frequentato fino a poco tempo prima da persone benestanti. Ricordo il titolare di una di quelle sale affermare sconsolato: «Se non proietti un film porno non puoi lavorare». Le volte che poteva, proponeva cartoni animati e sua moglie, tornata alla cassa, vedendo arrivare un cliente che accompagnava un bambino, si apriva a un sorriso. E il Diana, il locale di via Sapri, già cinema-teatro durante il fascismo, che nel dopoguerra, acquisita la nuova denominazione, aveva continuato a perseguire un target di livello medio-alto – fascia sociale abbastanza discriminante per lo studentello squattrinato che io ero nei primi anni Settanta – non sfuggiva a queste regole».


ANONIMO

A cura di Beppe Mecconi e Vanessa Isoppo

CRONACHE DEL DIANA

Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse

Pagine 144, prezzo 16 euro, in libreria dal 24 settembre

OLTRE EDIZIONI

I Curatori

Questo libro, di autore anonimo, è stato curato con grande delicatezza e affetto da Vanessa Isoppo e da Beppe Mecconi.

Vanessa Isoppo è psicologa-psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia dell’approccio centrato sulla persona. Già docente di Psicologia Generale all’Università di Genova, è specializzata inoltre in Problemi e Patologie Alcol-correlate e Scienze Criminologico-Forensi. Nata a Sarzana (SP), vive e lavora a Roma.

Beppe Mecconi è nato e vive nel Golfo dei Poeti. Pittore, scrittore, illustratore di libri per l’infanzia, sceneggiatore, autore e direttore di film-documentari, regista di teatro e recital musicali. Per 12 anni Presidente e Responsabile culturale del Museo paleontologico nel Castello di Lerici. Ha ricevuto dall’UNICEF il diploma ufficiale del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia. Recentemente è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana per meriti culturali e artistici.

LEGGI TUTTO