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Vincenzo Gueglio - Emanuela Gueglio
Giacomo l'immoralista
Sull'orlo del nulla. Leopardi e la mezza filosofia

Sempre nominato, sovente calunniato, molto amato ma sostanzialmente poco letto e ancor meno compreso, Leopardi è una presenza imbarazzante nella storia del pensiero europeo; anzi, a dispetto dell’immensa mole della bibliografia relativa, ancora un’immensa assenza, una grande, affascinante sfida.
Gli autori di questo volume si sono ripromessi - “semplicemente” - di leggere Leopardi; per il piacere dell’avventura, per amore del rischio. Questo volume costituisce una specie di «diario di bordo» del loro viaggio nell’immenso universo leopardiano; la testimonianza del tentativo di aprire un colloquio quant’è possibile onesto con quello che è stato definito «uno dei grandi saggi dell’umanità»: senza costringere nei limiti dei propri pregiudizi la sua libertà; senza provare a semplificare la sua complessità; senza cedere al desiderio di ignorare le sue contraddizioni o, peggio ancora, di scioglierle; provando a condividere il suo gusto per le domande e la sua diffidenza per le risposte.
Questo, lo scopo dichiarato: lasciar parlare Leopardi «senza prestargli qualità che non ha» ovvero senza forzare quello che dice per farlo entrare in uno schema precostituito; mettersi in ascolto; umilmente, sapendo quant’è difficile ascoltare e vedere. Di qui l’ampio e sempre insufficiente spazio lasciato alla parola di Leopardi: in modo da fare di questo libro, anche, una sorta di antologia del pensiero leopardiano. L’idea era di mostrare Leopardi come si mostrerebbe un panorama, il cielo stellato, i monti e gli oceani della luna. Sforzandosi di evitare, nei limiti del possibile, la tentazione, decisamente troppo ricorrente tra gl’interpreti, di rinchiudere l’imprendibile ricchezza di Leopardi in una formula.
Il titolo che gli autori hanno voluto assegnare a questo libro sembra denunciare il loro fallimento, o la difficoltà di mantener fede ai propri propositi; ma il termine di immoralista che hanno applicato a Leopardi è tale, sia per la provocatorietà sia per l’ironia, da non poter essere assimilato a etichette pretenziose come quella tradizionale di pessimista o quella, più aggiornata, di nichilista: esso serve semmai a prendere le distanze da quelle, ormai palesemente inadeguate, definizioni; e ad attirare l’attenzione su un aspetto poco noto ma molto importante del Leopardi filosofo: sul suo desiderio d’essere il nuovo, eversivo Machiavello: il duro critico della società, il moralista-immoralista che pretende di chiamare le cose col loro nome e, poiché le virtù non sono praticate, propone di abolirne i nomi; l’intransigente cultore dell’acerbo vero che, avendo scoperto che «il mondo è una lega di birbanti contro gli uomini da bene» e «l'educazione buona, o così chiamata, consiste in gran parte nell'ingannare gli allievi», vuole spezzare le tavole della morale corrente perché sono al servizio di questo inganno e della trionfante alleanza dei «vili contro i generosi».


Ufficio Stampa
Rassegna Stampa
Marchio editoriale
Gammarò edizioni
Pubblicato il 07/06/2019
formato: eBook
dimensioni file: ePub 851 Kb - mobi 2655 Kb
collana: DIOGENE
genere: Saggidtica letteraria
tag: #libri #books #lettura #letteratura
ISBN: 9788899415600

Prezzo di Copertina € 9.99
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Sempre nominato, sovente calunniato, molto amato ma sostanzialmente poco letto e ancor meno compreso, Leopardi è una presenza imbarazzante nella storia del pensiero europeo; anzi, a dispetto dell’immensa mole della bibliografia relativa, ancora un’immensa assenza, una grande, affascinante sfida.
Gli autori di questo volume si sono ripromessi - “semplicemente” - di leggere Leopardi; per il piacere dell’avventura, per amore del rischio. Questo volume costituisce una specie di «diario di bordo» del loro viaggio nell’immenso universo leopardiano; la testimonianza del tentativo di aprire un colloquio quant’è possibile onesto con quello che è stato definito «uno dei grandi saggi dell’umanità»: senza costringere nei limiti dei propri pregiudizi la sua libertà; senza provare a semplificare la sua complessità; senza cedere al desiderio di ignorare le sue contraddizioni o, peggio ancora, di scioglierle; provando a condividere il suo gusto per le domande e la sua diffidenza per le risposte.
Questo, lo scopo dichiarato: lasciar parlare Leopardi «senza prestargli qualità che non ha» ovvero senza forzare quello che dice per farlo entrare in uno schema precostituito; mettersi in ascolto; umilmente, sapendo quant’è difficile ascoltare e vedere. Di qui l’ampio e sempre insufficiente spazio lasciato alla parola di Leopardi: in modo da fare di questo libro, anche, una sorta di antologia del pensiero leopardiano. L’idea era di mostrare Leopardi come si mostrerebbe un panorama, il cielo stellato, i monti e gli oceani della luna. Sforzandosi di evitare, nei limiti del possibile, la tentazione, decisamente troppo ricorrente tra gl’interpreti, di rinchiudere l’imprendibile ricchezza di Leopardi in una formula.
Il titolo che gli autori hanno voluto assegnare a questo libro sembra denunciare il loro fallimento, o la difficoltà di mantener fede ai propri propositi; ma il termine di immoralista che hanno applicato a Leopardi è tale, sia per la provocatorietà sia per l’ironia, da non poter essere assimilato a etichette pretenziose come quella tradizionale di pessimista o quella, più aggiornata, di nichilista: esso serve semmai a prendere le distanze da quelle, ormai palesemente inadeguate, definizioni; e ad attirare l’attenzione su un aspetto poco noto ma molto importante del Leopardi filosofo: sul suo desiderio d’essere il nuovo, eversivo Machiavello: il duro critico della società, il moralista-immoralista che pretende di chiamare le cose col loro nome e, poiché le virtù non sono praticate, propone di abolirne i nomi; l’intransigente cultore dell’acerbo vero che, avendo scoperto che «il mondo è una lega di birbanti contro gli uomini da bene» e «l'educazione buona, o così chiamata, consiste in gran parte nell'ingannare gli allievi», vuole spezzare le tavole della morale corrente perché sono al servizio di questo inganno e della trionfante alleanza dei «vili contro i generosi».



L'AUTRICI E L'AUTORE
Emanuela Gueglio, laureata in filosofia con una tesi sul nichilismo in Leopardi, al suo primo libro.

Vincenzo Gueglio si gi occupato di Leopardi pubblicando una scelta commentata dallo Zibaldone: Larte di essere infelice, Greco e Greco, Milano 1998. Ha curato edizioni di JONATHAN SWIFT E ALTRI, Martinus Scriblerus, id., 1993; RENATO SERRA, Esame di coscienza di un letterato, Palermo, Sellerio, 1994; CARLO BO, Intorno a Serra, Greco & Greco, Milano 1998; JONATHAN SWIFT, I Viaggi di G(r)ulliver, Frassinelli, Milano 1999; FRANCESCO DE SANCTIS, Mazzini, Fratelli Frilli, Genova 2005. GIUSEPPE MAZZINI, I sistemi e la democrazia. Pensieri Greco & Greco, Milano 2005; GUIDO GOZZANO, Verso la cuna del mondo, id., 2007.
Ha scritto anche diversi romanzi.

Gammarò edizioni
Pubblicato il 07/06/2019
formato: eBook
dimensioni file: ePub 851 Kb - mobi 2655 Kb
collana: DIOGENE
genere: Saggidtica letteraria
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07/10/2024

Cronache del Diana

46
 

Di pornografia talvolta si parla, spesso con malizia o volgarità. Questo libro vuole dare uno spaccato nuovo, non a caso è scritto da “anonimo antropologo dilettante”. Ambientato in un cinema a luci rosse di una città di provincia, La Spezia, ma solo per caso, perché riguarda una realtà italiana viva fino a non molto tempo fa.

L’autore narra la sua esperienza di frequentatore di cinema porno, intima e intimistica, cercando soprattutto una chiave di lettura, senza necessariamente cercare risposte a domande, ma sempre con spirito criticamente curioso. Da antropologo, appunto. Un libro che è un po’ un’autobiografia e un po’ un saggio, senza essere autocelebrativo come molte autobiografie e senza essere noioso come quasi tutti i saggi.

Vedere un film porno al cinema significava, anche, socializzare perché, che piaccia o meno, il sesso è anche socializzazione. Oggi, che la pornografia è fruibile comodamente a casa propria, si è inevitabilmente persa anche questa dimensione. Il libro ci riporta anche a quei tempi, che sembrano lontani anni luce da oggi, oggi che un clic ci consente di avvicinarci a qualunque realtà, allontanandoci però sempre di più dalla vita. Quella vera. Questo libro profuma di vita vera.

Dall’introduzione: «C’è stato un tempo in cui il porno non veniva consumato alla stregua di un “solitario”, facendo clic su un personal computer nella nostra abitazione, ma compiendo lo sforzo di uscire di casa, raggiungendo il cinema, varcando l’ingresso, pagando un biglietto e calandosi con un po’ di circospezione in un ambiente che a suo modo costituiva parte integrante dell’antropologia urbana. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, nel quadro della complessiva crisi del cinema, e in linea con un’inesorabile tendenza nazionale, anche alla Spezia diverse sale si specializzarono nell’hard-core: il Cozzani, il Marconi, l’Odeon, l’Astra, frequentato fino a poco tempo prima da persone benestanti. Ricordo il titolare di una di quelle sale affermare sconsolato: «Se non proietti un film porno non puoi lavorare». Le volte che poteva, proponeva cartoni animati e sua moglie, tornata alla cassa, vedendo arrivare un cliente che accompagnava un bambino, si apriva a un sorriso. E il Diana, il locale di via Sapri, già cinema-teatro durante il fascismo, che nel dopoguerra, acquisita la nuova denominazione, aveva continuato a perseguire un target di livello medio-alto – fascia sociale abbastanza discriminante per lo studentello squattrinato che io ero nei primi anni Settanta – non sfuggiva a queste regole».


ANONIMO

A cura di Beppe Mecconi e Vanessa Isoppo

CRONACHE DEL DIANA

Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse

Pagine 144, prezzo 16 euro, in libreria dal 24 settembre

OLTRE EDIZIONI

I Curatori

Questo libro, di autore anonimo, è stato curato con grande delicatezza e affetto da Vanessa Isoppo e da Beppe Mecconi.

Vanessa Isoppo è psicologa-psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia dell’approccio centrato sulla persona. Già docente di Psicologia Generale all’Università di Genova, è specializzata inoltre in Problemi e Patologie Alcol-correlate e Scienze Criminologico-Forensi. Nata a Sarzana (SP), vive e lavora a Roma.

Beppe Mecconi è nato e vive nel Golfo dei Poeti. Pittore, scrittore, illustratore di libri per l’infanzia, sceneggiatore, autore e direttore di film-documentari, regista di teatro e recital musicali. Per 12 anni Presidente e Responsabile culturale del Museo paleontologico nel Castello di Lerici. Ha ricevuto dall’UNICEF il diploma ufficiale del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia. Recentemente è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana per meriti culturali e artistici.

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