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Sandro Ellena
L'estetica emergente

Tra scienza, coscienza e arte

Prefazione di Elvira Land  

Sandro Ellena presenta una tesi che si centra sull’assolutezza del sapere scientifico, l’inconsistenza della filosofia e la falsità della religione, e lo fa attraversando la storia di diverse discipline.
L’Autore sposa infatti prima la tesi di Jacques Monod e poi quella di Richard Dawkings sull’evoluzionismo, concepito in termini puramente materialisti e la estende non solo ai processi cognitivi, ma anche alle formulazioni artistiche, attraverso il concetto di meme, come un’unità culturale che si propaga tra i singoli e tra le popolazioni per effetto dell’imitazione, attraverso le relazioni interpersonali o veicolata dai mass media, interpretata però come un’azione e risposta biologica agli stimoli del cervello, verificabile con gli strumenti della diagnostica per immagini (TAC e PET).
> Per Ellena il pensiero umano altro non può essere che il prodotto di complesse interazioni biochimiche del cervello, le sinapsi cerebrali. Ogni altra spiegazione sulla natura del pensiero che trascenda la pura materialità è esclusa a priori. Niente anima, niente trascendenza, niente metafisica, quindi. La conseguenza più coerente di questa posizione è che il concetto di verità è ridotto a quello di pura funzionalità. Ma, dentro questa prospettiva, è solo la scienza che ha il diritto di parola. E il metodo per l’autore è riassumibile nella capacità di formulare messaggi e informazioni, il meme appunto, capaci di trasformare in positivo se stessi e il mondo, e di avvertire dei pericoli che incombono sull’essere umano e sulla sua storia. In modo particolare il meme per eccellenza è l’arte. Anche se anch’essa è sottoposta alla transitorietà e mutabilità caratteristica delle dinamiche evolutive sempre cangianti, secondo la legge della selezione naturale che diventa qui anche processo culturale.




Ufficio Stampa
Rassegna Stampa
Marchio editoriale
Oltre edizioni
Pubblicato il 03/10/2023
pagine: 136
formato: cm. 14 x 21
copertina: softback con alette — brossura
collana: PBS
genere: Filosofia
tag: filosofia arte
ISBN: 9791280075659

in ristampa

Prezzo di copertina € 16.00
Prezzo promozionale € 15.20
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Sandro Ellena presenta una tesi che si centra sull’assolutezza del sapere scientifico, l’inconsistenza della filosofia e la falsità della religione, e lo fa attraversando la storia di diverse discipline.
L’Autore sposa infatti prima la tesi di Jacques Monod e poi quella di Richard Dawkings sull’evoluzionismo, concepito in termini puramente materialisti e la estende non solo ai processi cognitivi, ma anche alle formulazioni artistiche, attraverso il concetto di meme, come un’unità culturale che si propaga tra i singoli e tra le popolazioni per effetto dell’imitazione, attraverso le relazioni interpersonali o veicolata dai mass media, interpretata però come un’azione e risposta biologica agli stimoli del cervello, verificabile con gli strumenti della diagnostica per immagini (TAC e PET).
> Per Ellena il pensiero umano altro non può essere che il prodotto di complesse interazioni biochimiche del cervello, le sinapsi cerebrali. Ogni altra spiegazione sulla natura del pensiero che trascenda la pura materialità è esclusa a priori. Niente anima, niente trascendenza, niente metafisica, quindi. La conseguenza più coerente di questa posizione è che il concetto di verità è ridotto a quello di pura funzionalità. Ma, dentro questa prospettiva, è solo la scienza che ha il diritto di parola. E il metodo per l’autore è riassumibile nella capacità di formulare messaggi e informazioni, il meme appunto, capaci di trasformare in positivo se stessi e il mondo, e di avvertire dei pericoli che incombono sull’essere umano e sulla sua storia. In modo particolare il meme per eccellenza è l’arte. Anche se anch’essa è sottoposta alla transitorietà e mutabilità caratteristica delle dinamiche evolutive sempre cangianti, secondo la legge della selezione naturale che diventa qui anche processo culturale.




L'AUTORE
Sandro Ellena
, genovese, dallet di 13 anni si interessa allarte visiva, con le prime opere che presentano riferimenti impressionistici.
Autodidatta, frequenta lo studio di Carlo Ghell. Dal 1995 abbandona larte gestuale per dedicarsi allespressivit dei materiali, in particolare il legno, la corda, le pietre, avvicinandosi allestetica dellarte povera.
Dal 2014 ritorna, volutamente, al figurativo, utilizza immagini con al loro interno connotazioni comunicative, affronta tematiche sociali, gravide di messaggi, dove appare prioritaria la ricerca di offrire, per quanto possibile, una informazione responsabile, facendo riferimento a elementi scientifici.
Al loro interno sono riscontrabili: la firma iconica costituita da omini stilizzati che si tengono per mano e lampio utilizzo della scrittura come rimando fluxus.
In concomitanza, realizza sintetici pensieri scientifici su cartoncini. Queste rappresentazioni artistiche vengono da lui stessso definite Arte Memetica.
Lartista ribadisce che la sua pi importante opera la casa dove vive, da lui stesso costruita in un bosco, che gli permette un'esistenza quasi completamente autosufficiente.

Oltre edizioni
Pubblicato il 03/10/2023
pagine: 136
formato: cm. 14 x 21
copertina: softback con alette — brossura
collana: PBS
genere: Filosofia
tag: filosofia arte
ISBN: 9791280075659

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#BCarte L'informale e l'espressionismo astratto esprimono con eleganza la distruzione psicologica che consegue alla Seconda guerra mondiale, il primo Burri ne un insigne rappresentante. Sandro Ellena, L'estetica emergente, @OltreEdizioni - Alberto Burri, Upper piazza, 1947

Biancocritico, 08/11/2023

 

 
TUTTI GLI EVENTI

oggi
04/10/2024

Cronache del Diana

46
 

Di pornografia talvolta si parla, spesso con malizia o volgarità. Questo libro vuole dare uno spaccato nuovo, non a caso è scritto da “anonimo antropologo dilettante”. Ambientato in un cinema a luci rosse di una città di provincia, La Spezia, ma solo per caso, perché riguarda una realtà italiana viva fino a non molto tempo fa.

L’autore narra la sua esperienza di frequentatore di cinema porno, intima e intimistica, cercando soprattutto una chiave di lettura, senza necessariamente cercare risposte a domande, ma sempre con spirito criticamente curioso. Da antropologo, appunto. Un libro che è un po’ un’autobiografia e un po’ un saggio, senza essere autocelebrativo come molte autobiografie e senza essere noioso come quasi tutti i saggi.

Vedere un film porno al cinema significava, anche, socializzare perché, che piaccia o meno, il sesso è anche socializzazione. Oggi, che la pornografia è fruibile comodamente a casa propria, si è inevitabilmente persa anche questa dimensione. Il libro ci riporta anche a quei tempi, che sembrano lontani anni luce da oggi, oggi che un clic ci consente di avvicinarci a qualunque realtà, allontanandoci però sempre di più dalla vita. Quella vera. Questo libro profuma di vita vera.

Dall’introduzione: «C’è stato un tempo in cui il porno non veniva consumato alla stregua di un “solitario”, facendo clic su un personal computer nella nostra abitazione, ma compiendo lo sforzo di uscire di casa, raggiungendo il cinema, varcando l’ingresso, pagando un biglietto e calandosi con un po’ di circospezione in un ambiente che a suo modo costituiva parte integrante dell’antropologia urbana. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, nel quadro della complessiva crisi del cinema, e in linea con un’inesorabile tendenza nazionale, anche alla Spezia diverse sale si specializzarono nell’hard-core: il Cozzani, il Marconi, l’Odeon, l’Astra, frequentato fino a poco tempo prima da persone benestanti. Ricordo il titolare di una di quelle sale affermare sconsolato: «Se non proietti un film porno non puoi lavorare». Le volte che poteva, proponeva cartoni animati e sua moglie, tornata alla cassa, vedendo arrivare un cliente che accompagnava un bambino, si apriva a un sorriso. E il Diana, il locale di via Sapri, già cinema-teatro durante il fascismo, che nel dopoguerra, acquisita la nuova denominazione, aveva continuato a perseguire un target di livello medio-alto – fascia sociale abbastanza discriminante per lo studentello squattrinato che io ero nei primi anni Settanta – non sfuggiva a queste regole».


ANONIMO

A cura di Beppe Mecconi e Vanessa Isoppo

CRONACHE DEL DIANA

Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse

Pagine 144, prezzo 16 euro, in libreria dal 24 settembre

OLTRE EDIZIONI

I Curatori

Questo libro, di autore anonimo, è stato curato con grande delicatezza e affetto da Vanessa Isoppo e da Beppe Mecconi.

Vanessa Isoppo è psicologa-psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia dell’approccio centrato sulla persona. Già docente di Psicologia Generale all’Università di Genova, è specializzata inoltre in Problemi e Patologie Alcol-correlate e Scienze Criminologico-Forensi. Nata a Sarzana (SP), vive e lavora a Roma.

Beppe Mecconi è nato e vive nel Golfo dei Poeti. Pittore, scrittore, illustratore di libri per l’infanzia, sceneggiatore, autore e direttore di film-documentari, regista di teatro e recital musicali. Per 12 anni Presidente e Responsabile culturale del Museo paleontologico nel Castello di Lerici. Ha ricevuto dall’UNICEF il diploma ufficiale del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia. Recentemente è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana per meriti culturali e artistici.

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