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Piera Melli  Piera Melli
Genaua Kainua Genua Ianua
Genova. Le molte vite di una città portuale dal Neolitico al VII secolo d.C.

Un’esauriente e sistematica ma anche leggibile e accattivante trattazione della più antica storia di Genova. Dalle origini nel Neolitico medio al preludio del suo trasformarsi in grande capitale mediterranea e europea nell’VIII secolo, dalle capanne alle domus, da fondaco di pescatori alla sede vescovile. Ovvero preistoria, protostoria, età romana, tardo-antica e il primo, nebuloso e quasi sempre negletto, tratto dell’Alto medioevo. Un amplissimo periodo storico che di solito è sommariamente trattato nel primo capitolo delle tante “storie di Genova”.
Una storia che gli sviluppi recenti dell’archeologia urbana consentono oggi, finalmente, di scrivere, restituendo a Genova e al resto della Liguria quella dimensione ancestrale che sola può spiegare il lento e graduale affermarsi di questa città e di questa regione come area chiave dei traffici politici, economici e culturali del Mediterraneo.

L’Autrice è l’autorità indiscussa in materia, essendo stata come funzionaria responsabile della Soprintendenza la protagonista locale di quella felice stagione dell’archeologia urbana in Italia negli anni ’80 e ’90.

Vincenzo Tiné
Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona



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Marchio editoriale
Oltre edizioni
Pubblicato il 05/05/2017
pagine: 286
formato: cm. 14 x 21
copertina: softback con alette — brossura
collana: PASSATO REMOTO
genere: Storia - Protostoria - Archeologia
tag: archeologia, preistoria, Genova, Liguria
ISBN: 9788897264859

Prezzo di copertina € 21.00
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Un’esauriente e sistematica ma anche leggibile e accattivante trattazione della più antica storia di Genova. Dalle origini nel Neolitico medio al preludio del suo trasformarsi in grande capitale mediterranea e europea nell’VIII secolo, dalle capanne alle domus, da fondaco di pescatori alla sede vescovile. Ovvero preistoria, protostoria, età romana, tardo-antica e il primo, nebuloso e quasi sempre negletto, tratto dell’Alto medioevo. Un amplissimo periodo storico che di solito è sommariamente trattato nel primo capitolo delle tante “storie di Genova”.
Una storia che gli sviluppi recenti dell’archeologia urbana consentono oggi, finalmente, di scrivere, restituendo a Genova e al resto della Liguria quella dimensione ancestrale che sola può spiegare il lento e graduale affermarsi di questa città e di questa regione come area chiave dei traffici politici, economici e culturali del Mediterraneo.

L’Autrice è l’autorità indiscussa in materia, essendo stata come funzionaria responsabile della Soprintendenza la protagonista locale di quella felice stagione dell’archeologia urbana in Italia negli anni ’80 e ’90.

Vincenzo Tiné
Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona



L'AUTRICE
Piera Melli
ha compiuto gli studi presso la Facolt di Lettere e Filosofia dellUniversit di Genova e la Scuola Archeologica Italiana di Atene. Tra 1973 e 1976 ha svolto lincarico di Assistente incaricata alla Cattedra di Archeologia e Storia dellArte greca e romana nellUniversit di Genova. Dal 1976 fino al pensionamento, nel 2013, ha prestato servizio presso la Soprintendenza Archeologica della Liguria, dal 1978 come funzionario responsabile dell'Unit Territoriale di Genova e, dal 1998, anche del Servizio Educativo. Dal 1993 al 1998 stata membro per l'Italia del "Groupe de pilotage sur larchologie urbaine" presso il Consiglio dEuropa.
Ha diretto cantieri di scavo e restauro a Genova e in Liguria, svolto attivit didattica presso Universit italiane e straniere, curato varie pubblicazioni della Soprintendenza e alcune mostre, fra cui Santa Maria in Passione. Per la storia di un edificio dimenticato (1982); La citt ritrovata. Archeologia urbana a Genova. 1984-1994 (1996), la Sezione dedicata a Genova nella mostra "I Liguri" (2004), Archeologia Metropolitana (2010) con A. Del Lucchese e Genova nel Medioevo. Una capitale del Mediterraneo al tempo degli Embriaci (2016) con C. Di Fabio e L. Pessa, nonch le esposizioni tematiche nelle stazioni della Metropolitana di Brignole, Darsena e Principe del circuito ArcheoMetro. Ha partecipato a Convegni nazionali e internazionali e pubblicato numerosi lavori scientifici, specialmente dedicati allet del Ferro in Liguria e allarcheologia urbana di Genova.

Oltre edizioni
Pubblicato il 05/05/2017
pagine: 286
formato: cm. 14 x 21
copertina: softback con alette — brossura
collana: PASSATO REMOTO
genere: Storia - Protostoria - Archeologia
tag: archeologia, preistoria, Genova, Liguria
ISBN: 9788897264859

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07/10/2024

Cronache del Diana

46
 

Di pornografia talvolta si parla, spesso con malizia o volgarità. Questo libro vuole dare uno spaccato nuovo, non a caso è scritto da “anonimo antropologo dilettante”. Ambientato in un cinema a luci rosse di una città di provincia, La Spezia, ma solo per caso, perché riguarda una realtà italiana viva fino a non molto tempo fa.

L’autore narra la sua esperienza di frequentatore di cinema porno, intima e intimistica, cercando soprattutto una chiave di lettura, senza necessariamente cercare risposte a domande, ma sempre con spirito criticamente curioso. Da antropologo, appunto. Un libro che è un po’ un’autobiografia e un po’ un saggio, senza essere autocelebrativo come molte autobiografie e senza essere noioso come quasi tutti i saggi.

Vedere un film porno al cinema significava, anche, socializzare perché, che piaccia o meno, il sesso è anche socializzazione. Oggi, che la pornografia è fruibile comodamente a casa propria, si è inevitabilmente persa anche questa dimensione. Il libro ci riporta anche a quei tempi, che sembrano lontani anni luce da oggi, oggi che un clic ci consente di avvicinarci a qualunque realtà, allontanandoci però sempre di più dalla vita. Quella vera. Questo libro profuma di vita vera.

Dall’introduzione: «C’è stato un tempo in cui il porno non veniva consumato alla stregua di un “solitario”, facendo clic su un personal computer nella nostra abitazione, ma compiendo lo sforzo di uscire di casa, raggiungendo il cinema, varcando l’ingresso, pagando un biglietto e calandosi con un po’ di circospezione in un ambiente che a suo modo costituiva parte integrante dell’antropologia urbana. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, nel quadro della complessiva crisi del cinema, e in linea con un’inesorabile tendenza nazionale, anche alla Spezia diverse sale si specializzarono nell’hard-core: il Cozzani, il Marconi, l’Odeon, l’Astra, frequentato fino a poco tempo prima da persone benestanti. Ricordo il titolare di una di quelle sale affermare sconsolato: «Se non proietti un film porno non puoi lavorare». Le volte che poteva, proponeva cartoni animati e sua moglie, tornata alla cassa, vedendo arrivare un cliente che accompagnava un bambino, si apriva a un sorriso. E il Diana, il locale di via Sapri, già cinema-teatro durante il fascismo, che nel dopoguerra, acquisita la nuova denominazione, aveva continuato a perseguire un target di livello medio-alto – fascia sociale abbastanza discriminante per lo studentello squattrinato che io ero nei primi anni Settanta – non sfuggiva a queste regole».


ANONIMO

A cura di Beppe Mecconi e Vanessa Isoppo

CRONACHE DEL DIANA

Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse

Pagine 144, prezzo 16 euro, in libreria dal 24 settembre

OLTRE EDIZIONI

I Curatori

Questo libro, di autore anonimo, è stato curato con grande delicatezza e affetto da Vanessa Isoppo e da Beppe Mecconi.

Vanessa Isoppo è psicologa-psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia dell’approccio centrato sulla persona. Già docente di Psicologia Generale all’Università di Genova, è specializzata inoltre in Problemi e Patologie Alcol-correlate e Scienze Criminologico-Forensi. Nata a Sarzana (SP), vive e lavora a Roma.

Beppe Mecconi è nato e vive nel Golfo dei Poeti. Pittore, scrittore, illustratore di libri per l’infanzia, sceneggiatore, autore e direttore di film-documentari, regista di teatro e recital musicali. Per 12 anni Presidente e Responsabile culturale del Museo paleontologico nel Castello di Lerici. Ha ricevuto dall’UNICEF il diploma ufficiale del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia. Recentemente è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana per meriti culturali e artistici.

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