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CATALOGO:
Massimo Emanuelli
Sergio Zavoli
Maestro di televisione stile e linguaggio


Prefazione di Massimo De Luca  

Inchieste, stile e passioni di un maestro del giornalismo italiano
Con 10 interviste inedite e un ricordo della figlia Valentina


Nel XX secolo ci sono stati pochi uomini di cultura in Italia che abbiano potuto vantare una produzione di articoli, libri, trasmissioni radiofoniche e televisive così significative come quella di Sergio Zavoli. Dal fascismo all'alluvione del Polesine, dal terrorismo a Tangentopoli, dalle monache di clausura alle memorie di Bettino Craxi, dalla nascita della seconda Repubblica alla sua agonia. Lo scrittore-giornalista di origine ravennate e riminese d'adozione ha registrato più di sessant’anni della storia, piccola e grande, del nostro Paese.
Zavoli è sempre stato in tutti i suoi passaggi, radio e televisione, uno sperimentatore, era un grande giornalista che stava molto attento alla correttezza dell'informazione e ai principi classici della professione giornalistica, In tutta la sua carriera ha letteralmente inventato delle grandi novità sia per quanto riguarda il giornalismo sportivo con il Processo alla tappa che ha cambiato la narrazione del ciclismo in Italia, sia con Clausura, un importante documentario, ha contribuito in modo particolarmente rilevante al giornalismo radiofonico documentaristico. Ha introdotto una sperimentazione di grande importanza con Nascita di una dittatura e La notte della Repubblica. Ha raccontato la storia e la cronaca del nostro Paese, ma anche lo sport e le trasformazioni del costume. I suoi programmi hanno cambiato in modo radicale lo sguardo degli italiani, sulla malattia mentale, sul terrorismo, ma anche sulla scuola, sul fascismo e sulla democrazia.
E' stato uno degli artefici della radio italiana prima di passare in televisione, tornerà poi in radio negli anni '70 come direttore del Gr1 per poi diventare Presidente della Rai.
All'alba del nuovo millennio ha dato il suo contributo alla politica nell'aula del Senato, si è scoperto poeta (fu definito "il poeta del chiaroscuro"), ma la sua vita restò il "diario di un cronista", mestiere da mettere al riparo dai poteri che lo vorrebbero limitare.
Giornalista, scrittore, poeta, letterato, uomo di punta della Rai, uomo politico. La vita di Sergio Zavoli è stata ricchissima, lunga e complessa.


Ufficio Stampa
Rassegna Stampa
Marchio editoriale
Gammarò edizioni
Pubblicato il 28/11/2023
pagine: 360
formato: cm. 14 x 21
copertina: softback con alette — brossura
collana: LE BITTE
genere: Biografie e autobiografie
tag: radio RAI
ISBN: 9791280649492

Prezzo di copertina € 21.00
Prezzo promozionale € 19.95
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Inchieste, stile e passioni di un maestro del giornalismo italiano
Con 10 interviste inedite e un ricordo della figlia Valentina


Nel XX secolo ci sono stati pochi uomini di cultura in Italia che abbiano potuto vantare una produzione di articoli, libri, trasmissioni radiofoniche e televisive così significative come quella di Sergio Zavoli. Dal fascismo all'alluvione del Polesine, dal terrorismo a Tangentopoli, dalle monache di clausura alle memorie di Bettino Craxi, dalla nascita della seconda Repubblica alla sua agonia. Lo scrittore-giornalista di origine ravennate e riminese d'adozione ha registrato più di sessant’anni della storia, piccola e grande, del nostro Paese.
Zavoli è sempre stato in tutti i suoi passaggi, radio e televisione, uno sperimentatore, era un grande giornalista che stava molto attento alla correttezza dell'informazione e ai principi classici della professione giornalistica, In tutta la sua carriera ha letteralmente inventato delle grandi novità sia per quanto riguarda il giornalismo sportivo con il Processo alla tappa che ha cambiato la narrazione del ciclismo in Italia, sia con Clausura, un importante documentario, ha contribuito in modo particolarmente rilevante al giornalismo radiofonico documentaristico. Ha introdotto una sperimentazione di grande importanza con Nascita di una dittatura e La notte della Repubblica. Ha raccontato la storia e la cronaca del nostro Paese, ma anche lo sport e le trasformazioni del costume. I suoi programmi hanno cambiato in modo radicale lo sguardo degli italiani, sulla malattia mentale, sul terrorismo, ma anche sulla scuola, sul fascismo e sulla democrazia.
E' stato uno degli artefici della radio italiana prima di passare in televisione, tornerà poi in radio negli anni '70 come direttore del Gr1 per poi diventare Presidente della Rai.
All'alba del nuovo millennio ha dato il suo contributo alla politica nell'aula del Senato, si è scoperto poeta (fu definito "il poeta del chiaroscuro"), ma la sua vita restò il "diario di un cronista", mestiere da mettere al riparo dai poteri che lo vorrebbero limitare.
Giornalista, scrittore, poeta, letterato, uomo di punta della Rai, uomo politico. La vita di Sergio Zavoli è stata ricchissima, lunga e complessa.



L'AUTORE
Massimo Emanuelli, docente e speaker radiofonico, da oltre 30 anni conduce la trasmissione radiofonica L'angolo della scuola, da dieci anni conduce anche la trasmissione Stile italiano, la storia della canzone italiana raccontata dai suoi protagonisti. l'organizzatore del Premio Gigi Vesigna (intitolato alla memoria dello storico direttore di Tv Sorrisi e Canzoni) che ogni anno premia un personaggio del mondo dello spettacolo. Per i tipi di Gammar ha recentemente pubblicato L'avventurosa storia della radio pubblica italiana Dall'Araldo Telefonico a RadioRai cent'anni di radio, 2 volumi in cofanetto.

Gammarò edizioni
Pubblicato il 28/11/2023
pagine: 360
formato: cm. 14 x 21
copertina: softback con alette — brossura
collana: LE BITTE
genere: Biografie e autobiografie
tag: radio RAI
ISBN: 9791280649492

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Questa biografia di #SergioZavoli un omaggio alla sua figura, unica nel panorama culturale italiano del XX secolo, inventore di linguaggi e di modi nuovi per raccontare le cose. Sempre con approfondimento e comprensione dei tempi che cambiavano velocemente.

Bianco Critico, 16/01/2024


 

 
TUTTI GLI EVENTI

oggi
07/10/2024

Cronache del Diana

46
 

Di pornografia talvolta si parla, spesso con malizia o volgarità. Questo libro vuole dare uno spaccato nuovo, non a caso è scritto da “anonimo antropologo dilettante”. Ambientato in un cinema a luci rosse di una città di provincia, La Spezia, ma solo per caso, perché riguarda una realtà italiana viva fino a non molto tempo fa.

L’autore narra la sua esperienza di frequentatore di cinema porno, intima e intimistica, cercando soprattutto una chiave di lettura, senza necessariamente cercare risposte a domande, ma sempre con spirito criticamente curioso. Da antropologo, appunto. Un libro che è un po’ un’autobiografia e un po’ un saggio, senza essere autocelebrativo come molte autobiografie e senza essere noioso come quasi tutti i saggi.

Vedere un film porno al cinema significava, anche, socializzare perché, che piaccia o meno, il sesso è anche socializzazione. Oggi, che la pornografia è fruibile comodamente a casa propria, si è inevitabilmente persa anche questa dimensione. Il libro ci riporta anche a quei tempi, che sembrano lontani anni luce da oggi, oggi che un clic ci consente di avvicinarci a qualunque realtà, allontanandoci però sempre di più dalla vita. Quella vera. Questo libro profuma di vita vera.

Dall’introduzione: «C’è stato un tempo in cui il porno non veniva consumato alla stregua di un “solitario”, facendo clic su un personal computer nella nostra abitazione, ma compiendo lo sforzo di uscire di casa, raggiungendo il cinema, varcando l’ingresso, pagando un biglietto e calandosi con un po’ di circospezione in un ambiente che a suo modo costituiva parte integrante dell’antropologia urbana. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, nel quadro della complessiva crisi del cinema, e in linea con un’inesorabile tendenza nazionale, anche alla Spezia diverse sale si specializzarono nell’hard-core: il Cozzani, il Marconi, l’Odeon, l’Astra, frequentato fino a poco tempo prima da persone benestanti. Ricordo il titolare di una di quelle sale affermare sconsolato: «Se non proietti un film porno non puoi lavorare». Le volte che poteva, proponeva cartoni animati e sua moglie, tornata alla cassa, vedendo arrivare un cliente che accompagnava un bambino, si apriva a un sorriso. E il Diana, il locale di via Sapri, già cinema-teatro durante il fascismo, che nel dopoguerra, acquisita la nuova denominazione, aveva continuato a perseguire un target di livello medio-alto – fascia sociale abbastanza discriminante per lo studentello squattrinato che io ero nei primi anni Settanta – non sfuggiva a queste regole».


ANONIMO

A cura di Beppe Mecconi e Vanessa Isoppo

CRONACHE DEL DIANA

Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse

Pagine 144, prezzo 16 euro, in libreria dal 24 settembre

OLTRE EDIZIONI

I Curatori

Questo libro, di autore anonimo, è stato curato con grande delicatezza e affetto da Vanessa Isoppo e da Beppe Mecconi.

Vanessa Isoppo è psicologa-psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia dell’approccio centrato sulla persona. Già docente di Psicologia Generale all’Università di Genova, è specializzata inoltre in Problemi e Patologie Alcol-correlate e Scienze Criminologico-Forensi. Nata a Sarzana (SP), vive e lavora a Roma.

Beppe Mecconi è nato e vive nel Golfo dei Poeti. Pittore, scrittore, illustratore di libri per l’infanzia, sceneggiatore, autore e direttore di film-documentari, regista di teatro e recital musicali. Per 12 anni Presidente e Responsabile culturale del Museo paleontologico nel Castello di Lerici. Ha ricevuto dall’UNICEF il diploma ufficiale del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia. Recentemente è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana per meriti culturali e artistici.

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