Sabato 3 ottobre ha presentato il libro “De Sancto Nazario”, dedicato alla storia millenaria della sua famiglia, tra arte, libertà e territorio. Giuseppe Sannazzaro Natta di Giarole, dopo una vita trascorsa ad occuparsi di finanza internazionale, è oggi il proprietario “a tempo pieno” dell’omonimo castello piemontese in provincia di Alessandria. Un impegno quotidiano, arricchito da diversi appuntamenti culturali, che ha saputo muovere turisti da ogni parte del mondo. Intervistato da Castelli Aperti, ci svela alcuni aneddoti relativi alla realizzazione del suo manoscritto e alla vita tra le mura della sua dimora.
Come è nata l’idea di scrivere un libro sulla storia della propria famiglia?
 In realtà ho iniziato diversi anni fa per mia personale curiosità; ho  cominciato a scrivere appunti per ricordarmi alcuni passaggi della  nostra storia, non avevo un piano editoriale preciso. L’idea vera e  propria è nata l’anno scorso, quando ho incontrato il professor Giorgio  Federico Siboni, che si è fermato una notte nel nostro  Bed&Breakfast; è stato lui stesso a scrivere il saggio introduttivo.  Da quel momento ho rivisto i miei appunti e approfondito alcuni temi.
E’ stato difficile reperire tutto il materiale?
 Gran parte del materiale si trova all’interno dell’archivio di famiglia,  poi mi sono dovuto fare aiutare per rintracciare altri documenti non in  nostro possesso. Non è stato semplice raccogliere in poche pagine una  storia di mille anni: erano necessarie alcune considerazioni sui diversi  periodi storici e ci è voluto del tempo per capire quali fossero i  passaggi fondamentali.
Da quando abita nel Castello di Giarole?
 Ho ereditato il Castello nell’86, ma sono venuto ad abitarci solo nel  2006. In quel periodo di tempo ha continuato a gestirlo mio padre, io ho  vissuto a Milano, a Roma, a Genova, all’estero. Poi ho capito che se  volevo occuparmene personalmente dovevo venire ad abitarci.
Quanto è difficile mantenere un edificio del genere?
 E’ un lavoro molto impegnativo, molto faticoso. In generale, questa zona  del Piemonte soffre la mancanza di un turismo stanziale: la gente viene  qua di passaggio, magari per far tappa a Torino.
Il turismo è cresciuto negli anni?
 Si, devo dire che le visite sono aumentate. Negli ultimi anni abbiamo  avuto anche diversi stranieri, anche extraeuropei, americani o russi. E  quando scoprono questi luoghi, ne rimangono folgorati.
Che cosa pensa della rassegna Castelli Aperti?
 Sono sempre stato molto entusiasta di questa iniziativa, fin dagli  inizi. Oggi devo dire che è cresciuta molto, in positivo, ed il  riscontro è notevole: funziona molto bene ed è una delle migliori  proposte per il turismo piemontese.
[leggi l'articolo originale su www.castelliapertiblog.it]
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